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nota 393

Ecco la strofe che risulta dalla riunione dei vari versetti della Pena:


                    Deh, non credete a femina scioca
               e non ve accenda sua finta bellezza!
               Il fuoco giá, le femine e la terra,
               l’abisso, l’inferno non dicon «basta».
               Un basar furioso, un esser nudo
               un cavalcar, un pigliarsi a doi mani,
               un volger d’ochi, con ’na man aperta,
               un macinar a tempo,
               un per nome chiamar
               e con la bocca, vibrar di lingua:
               un tutto stanco dir, e fame far,
               son le catene che ligato m’hanno.

Di questo bislacco e originale medico e letterato, astrologo, e cultore di scienze occulte, è molto vasta la produzione. Oltre ai trattati scientifici in latino, alle versioni e ai commenti ad alcuni classici, egli ha scritto opuscoli in volgare interessanti, intorno all’arte, alla cortigiania, alla rettorica e alla... pazzia1.

Il Mazzuchelli2 ne ha tracciata la vita, e ha dato la lista delle opere colla consueta diligenza; cosí pure l’Agostini3. Recentemente, oltre il Flamini,4 l’hanno ricordato il Graf5 e il Rodocanachi6.

  1. Accenno, di sfuggita, che un esemplare dell'Angoscia si trova alla Marciana (6o c., 65)
  2. Mazzuchelli, Scrittori italiani, 112, 1250.
  3. P. Degli Agostini, Degli scrittori veneziani, 11, 488. Cfr. anche Tiraboschi, St. d. lett., vii2, 17, 90. Per la sua attività scientifica: Portal, Historie de l’anatomie, 1, 254.
  4. Fr. Flamini, Il Cinquecento, 356.
  5. A. Graf, Attraverso il Cinquecento. Parla dell’Angoscia.
  6. E. Rodocanachi, Courtisanes et bouffons. E̋tude de mœurs romains au XVI° siècle, Paris, 1894.