Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
nota | 389 |
temporanea», come fu recentemente asserito1. Piuttosto ricorderò, accennando, che la fortuna di questo dialogo fu grandissima, ché ebbe molte edizioni integrali e parziali, come si vide, molte imitazioni, e perfino nel 1755 una confutazione in tutte le regole dal padre Ubaldo Montelatici2. Quest’operetta fu inoltre tradotta ed imitata in Francia da Maria de Romieu, da Francesco d’Amboise e dagli anonimi compilatori delle varie Instruclions aux jeunes dames3.
Sul Piccolomini non esiste un’opera comprensiva, degna dell’uomo senese, figura veramente cospicua.
Noto, per il nostro argomento, lo studio, assai esiguo in veritá, della sign. Maria Rossi, Le opere letterarie di A. P., nel Bollettino senese di storia patria, dove si trova raccolto tutto quello che giá sparsamente era stato detto intorno al Piccolomini.
II
Dell'Angoscia, Doglia e Pena, le tre furie del mondo di Michelangelo Biondo, veneziano per nascita, ma vissuto a Roma e a Napoli (nella quale ultima cittá conobbe e sposò donna Giulia Marzia Martina, che fu lo stimolo, onde uscì il suo curioso zibaldone misogino), esiste una sola edizione, la quale comprenda tutte e tre le parti4. Ma le prime due, cioè l’Angoscia e la Doglia5, erano uscite separatamente a Venezia quattro anni prima. Sì l’una
- ↑ Maria Rossi, op. cit., xix, p. 8.
- ↑ Dialogo della bella creanza delle donne composto da un italiano cristiano e confutato nella sua maggior parte da un greco gentile, da Speusippo Platone (Ubaldo Montelatici), 1755.
- ↑ Maria Rossi, op. cit., xix, 12 e Brunet, Manuel, 667 e sg.
- ↑ Angoscia Doglia e Pena ecc. Con autoritá del summo pontefice e privilegio della illustrissima signoria di Vinegia in anni dieci. Dalla casuppula del Biondo — E in fine: Da Vinezia, per Comino da Trino de Monferrato. Del mdxlvi. — In 8° piccolo; pagg. numerate 164. È diviso in tre parti: a ciascuna delle quali è preposta una lettera dedicatoria e un proemio.
- ↑ Angoscia, la prima furia del mondo con autoritá del summo pontefice e privilegio della illustrissima signoria di Vinegia in anni diece. Dalla casuppola del
Biondo. — In fine: in Vinegia, per Giovanuautonio e Pietro fratelli de Nicolini de Sabio. Nell’anno mdxxxxiii del mese di Marzo.
Doglia, la seconda furia. Con autoritá ecc. mdxlii. In fine: — In Vinegia, per Giovannantonio e Pietro fratelli de Nicolini da Sabin, mdxlii.