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388 nota
» 54 » 8 centenaia centonaia
» 54 » 23 arra dunque avrá dunque a fare una...
» 55 » 5 il marito il suo marito
» 55 » 23 che gli venga occasione, gli dá. che lor venga a occasione, lor dá.
» 56 » 6 preti petti
» 56 » 28 svilupparebbe il paradiso svilupparebbe il diavolo
» 57 » 15 a’ presenti, a le vencite o simil cose a’ presenti e a simil cose
» 58 » 9 che cosa, eh! che cos’è
» 58 » 22 non so’ conoscere non so, per me, conoscere
» 59 » 9 divinissima perfettissima
» 59 » 30 far mai un minimo peccato far un minimo peccato
» 60 » 9 con l’amante solamente
» 60 » 13 un quattrino un marcio quattrino
» 61 » 16 oh, allegrezza allegrezza
» 61 » 26 non fosse avuto; anzi quasi tutto ’l contrario. non si fosse avuto; anzi è quasi piú dolce.
» 61 » 28 del tempo buon passato del tempo ben passato
» 62 » 24 perderne pur una perdendone pur una
» 62 » 36 quando una donna si trova a una donna quando si trova
» 64 » 6 come «burlare»? Burlerò io ecc. come? Burlerò io ecc.
» 64 » 14 egli è quel ch’io ti dico egli è com’io ti dico
» 65 » 32 ch’io mi penti ch’io non mi pentii
» 65 » 34 de l’allegrezza, st’allegrezza


Mi sembra inutile di parlare delle varie attribuzioni di questo Dialogo fatte all’Aretino, a Paolo quinto e Pio quarto1, per il fatto semplicissimo che, tre anni dopo la prima stampa, il Piccolomini la confessava roba sua, e la ritrattava anche per giunta. Che sotto il nome di Aspasio si nasconda lo stesso autore è probabile2: anzi questo fatto trova la sua conferma nello Specchio d’Amore del Gottifredi, giá da me ripubblicato3. Nego invece risolutamente che La Raffaella sia «una satira di costumi»; e tanto meno che «rispecchi tutta la letteratura amorosa anteriore e con-

  1. Cfr. Rossi Maria, Le opere letterarie di A. P., in Bullettino senese di storia patria (xviii e xix, 1910, 1911), xix, p. 10.
  2. Op. cit., xix, 9 e Proemio del Camerini, p. ix.
  3. Cfr. Trattati d’amore del Cinquecento, editi in questa stessa collezione.