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preposizioni articolate, con correzione delle voci dialettali e con una ortografia omogenea. Quale dei due gruppi rappresenta piú probabilmente il testo piccolominiano? Poiché nessun manoscritto arreca luce a tale questione (ché il manoscritto della Nazionale di Parigi1 è una copia, tardiva assai, di mano francese), io ho giudicato che il piú genuino sia il gruppo A: e ciò per varie cause. Dapprima per l’evidente ragione cronologica: i piccoli nei, gli errori materiali, molte parole e forme speciali e dialettali toscane dimostrano, a mio avviso, chiaramente che il Navò ebbe sott’occhio l’originale. In secondo luogo queste particolaritá, specialmente grafiche, corrispondono alle stesse che si riscontrano nelle prime edizioni del Piccolomini. Si prenda, per esempio, la prima stampa veneziana della sua opera De la instituzione di tutta la vita de l’uomo nato nobile2: la grafia del titolo stesso dimostra che la tendenza a disgregare le preposizioni articolate era peculiare al letterato senese. E nella prima edizione di questo trattato permangono le forme speciali, che anche nelle prime edizioni del Dialogo si riscontrano. In terzo luogo un’altra fortissima ragione impedisce di credere che l’autore possa aver curato il gruppo B. È risaputo che nel libro sopra citato il Piccolomini condanna il suo Dialogo. «E, se, giá molti anni sono, dissi alcune cose in questo proposito, da le quali può parer che s’offoschi la virtú de la donna, in un Dialogo, che si domanda La Raffaella, ovver La creanza de le donne, io al presente ritorno indietro, e ritratto tutto quello che io avessi detto quivi contro l’onestá de le donne; posciaché fu fatto da me tal dialogo quasi per ischerzo e per giuoco, sí come alcuna volta si fingono de le novelle e de’ casi verisimili piú che veri, come fece il Boccaccio, sol per dare un certo solazzo a la

  1. Il nostro dialogo è dentro di una raccolta di varie opere, che sembrano scritte tutte da una istessa mano, e francese. È del xvii secolo ed appartenne al Baluze (n. 636), quindi alla collezione reale (Regins, 104802) e finalmente ebbe il numero 728 nella divisione dei fondi della Nazionale per lingue. Il Dialogo della bella creanza delle donne del Stordito Intronato incomincia al fol. 454; e, in generale, sembrerebbe la poco esatta copta di un testo B; ma a ciò si oppone il fatto che la data è segnata: «Di Lucignano ad asso, il di 22 d’ottobre 1538». Quindi bisogna concludere che il copista o ebbe sotto gli occhi due testi delle due edizioni (il che non mi pare probabile), oppure che raffazzonò un testo o una copia del gruppo A (il che mi sembra più verisimile).
  2. Venezia, 1543.