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nota 379


giungere a quel grado possibile di felicitá umana, che solo nel matrimonio riposa. E questo dialogo, scritto con brio e con rara eleganza, ci dá anche l’esempio di un trattato probroso, ché in esso fondamentalmente si parla dell’adulterio — «le corna», — e di esse si ricercano con vivacitá ed acutezza le ragioni e la storia, giungendo a conclusioni, come si disse, praticamente moralissime.

Dentro di ciascuna di queste opere (che vennero curate e messe insieme in questo volume con le norme consuete) si intrecciano adunque parecchie delle correnti, e risultano bellamente ed artisticamente fuse ed accomodate tutte le forme della produzione, che intorno alla donna nel decimosesto secolo si scrisse; e tutte insieme ci aprono inoltre deliziosi squarci della vita intima di quel tempo, e ci forniscono ghiotte notizie sulla storia del costume.

I

Del Dialogo de la bella creanza de le donne de lo Stordito Intronato , e cioè di Alessandro Piccolomini, ci rimangono (almeno secondo il risultato delle mie ricerche) sette edizioni del Cinquecento, una edizione parziale del Seicento, una intera del Settecento, due del decimonono ed una del presente secolo.

Le edizioni moderne, sebbene curate da due valentuomini, il Fanfani1 e il Camerini2, sono assai lontane dal riprodurre il testo genuino. Il Fanfani si è tenuto stretto soltanto alle edizioni tardive ed ha rabberciata tutta la grafia. Molto meglio operò il Camerini, quando preferí la prima edizione milanese, e, con l’aiuto di questa, riformò le lezioni della ristampa fiorentina. Ma nemmeno il Camerini diede un testo corretto e, possibilmente, perfetto di questo dialogo, perché non conservò la grafia originale, nè pose mente ai molti errori, onde formicola la sua ristampa. Ad un certo punto ha persino saltata una riga!3. E ad occhi completamente chiusi segue l’edizione daelliana l’anonimo curatore della recente

  1. Dialogo dove si ragiona della bella creanza delle donne di A. P., Firenze, stamperia del «Monitore», 1862, in 16° (ed. curata da Pietro Fanfani).
  2. Dialogo ecc. di A. P. nuovamente ridono a miglior lezione, Milano, Daelli, 1862, in 16°. Il Camerini premise un breve proemio.
  3. Op. cit., p. 52