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spassi lussuriosi». Il seno, chiuso dentro busto fiorentino, lasciava travedere una rimula delicata fra le mammelle, coperta appena da un pendente d’oro o da una gioia levantina. E tutto questo non giá per il marito! Al marito sgarbi, inganni, imprecazioni, persino busse. Il misero sposo, maltrattato, ingannato, avvilito, non potendo vendicarsi altrimenti, scaraventò contro la bisbetica moglie tre libri di insolenze letterarie. Eppure egli le voleva bene. IL desiderio del bel corpo della bionda napoletana lo fa sobbalzare ogni tanto di fra la litania degli improperi. E, morta ch’ella fu, ricordando la sua grazia e la sua beltá, non poteva non sospirare e piangere ancora. Egli la amò sempre, quando non la odiò.

Nell’elegante e sereno dialogo, onde il Luigini foggia nel suo sogno La bella donna, vengono esposte le regole della bellezza del corpo e quelle della bellezza dell’animo; e dall’esposizione della perfetta armonia ideale delle due bellezze egli fa scaturire una difesa e una esaltazione dignitosa della donna.

Dai capelli fino ai piedi egli discende, notando minutamente le peculiari bellezze, di cui ogni parte muliebre deve essere adorna, non intralasciando nemmeno i punti piú scabrosi. Quindi, dopo di aver inveito con vivaci parole contro i profumi e le corruzioni artificiali, passa ad assegnarle le doti morali necessarie: quali l’onore, la pudicizia, la dolcezza, la moderazione, l’amore alle cose domestiche e finalmente la cultura musicale e letteraria. Soggiunge quindi l’autore che tutte queste doti, che si trovano divise fra molte donne, ciascuna doveva dar opera affinché si raccogliessero tutte insieme in una sola; perché a questa perfezione appunto può giungere il sesso femminile.

Ma l’esposizione delie doti morali pratiche e la nota del buon senso circa le condizioni della donna e le sue relazioni matrimoniali coll’uomo, ci viene pòrta dal Modio nel Convito, overo del peso della moglie. Quivi il medico romano introduce il Salvago e Alessandro Piccolomini a sostenere dapprima che la moglie infedele non fa vergogna all’uomo, ma a se stessa, e quindi a scrutare le ragioni dei frequentissimi adultéri; e trova che ciò deriva in piccola parte dalle mogli e in grandissima dai mariti, i quali contraevano matrimoni dettati solo dall’interesse o dalle ragioni della casta, e che si ammogliavano quando i vizi avevano giá roso il loro corpo fisicamente e moralmente. Quindi egli conclude, per bocca del Piccolomini, consigliando gli uomini a sposarsi giovani, a trattar bene le loro compagne e, per mezzo dell’amore, a