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del peso della moglie 361


dell’onor suo che se ne tenne il padre medesimo. Quell’altro, che con tanto ardore desiderava cosí fatta moglie, parendogli nella bellezza di lei dover trovare l’ultima felicitá, non è anco finito l’anno che (come per lo piú suole in questo lascivo amore avvenire) cosí in un tratto se ne sente satollo, che ogni atto, ogni parola della moglie, per buona e bella che sia, l’offende oltra misura. Per la qual cosa, discordando non sol da lei, ma da se stesso, e parendogli d’aver perduto seco troppo di tempo e troppo a disaggio essere stato, ricerca nuove strade per adempir le sue straordinarie e disordinate voglie. La qual cosa da lui sí palesemente vien fatta (essendo questi uomini deliziosi e delicati per lo piú d’opinione che niun piacere si possa perfettamente gustare, se altri nol sa), che la moglie istessa l’intende. Da che nasce un grande inconveniente. Percioché, veggendosi colei per la sua bellezza vagheggiata da molti, e tanto di presente sprezzata dal marito quanto prima desiderata (il che le è tanto piú grave a sopportare, quanto le passate contentezze furon maggiori), ricorre tosto a lo sdegno, il quale per in tutto ismorzare, l’Amore, suo nemico, la consiglia in modo che furiosamente si precipita a la vendetta. Ed egli, che tardi s’accorge del suo poco senno, incomincia a tenerla sí stretta e con tanta gelosia, che teme che le mosche istesse non le rechino l’ambasciate. La qual gelosia non è giá quella che sogliono gli amanti delle cose amate avere (che sarebbe sopportabile), anzi, essendo in amendue spento ogni amore, non è altro che una diffidenza, da sommo odio causata. Quell’altro poi che, la ricchezza ad ogni altra cosa anteposta, non curò punto d’aver la moglie nobile e bella, si riputa infelice, veggendosi appresso un mostro, e vorrebbe esser cieco e sordo per non vederla ed udirla giamai. Per che, come la peste fuggendola, tutti gli altri luoghi son da lui frequentati piú che le proprie case. Ma colei a rincontro, che s’avea imaginato ne l’animo di dover seco una felice vita menare, veggendosi caduta dalle sue speranze, non fa mai altro che borbottare e bestemmiare. Per la qual cosa il marito, che l’odia come la mala ventura, perduta la pazienzia, ricorre a le minacce, e da