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iv - il convito, overo |
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per sé è santo e buono, ma il suo abuso esser da condannare. Conciosiacosaché in questo nostro secolo pochissimi ne siano che a’ fraudi ed a barrarie ed a ogn’altra sceleratezza, piú tosto che a’ matrimoni, non somiglino. La qual cosa in gran parte procede sì dalla mala educazione che danno il padre e la madre a lor figliuoli, sì anco dal perverso giudicio e cattivo governo de’ mariti. Percioché quanti sono di quei padri, che, or parlando disonestamente con le mogli, e qualche volta operando, non diano nelle proprie case malo essempio a le figliuole? quanti fratelli con la lasciva lor vita, senza aver riguardo alle sorelle, insegnan loro il modo di dover essere men che oneste? E cosí avvienne che, essendo la natura inchinevole sempre al male, ed imitandosi naturalmente colui a chi si crede e si vede, s’imprimeno pian piano in quella etá tenera certi cattivi costumi, difficili e quasi impossibili a scancellarsi, i quali sono poi di grandissimi disordini e straboccamenti cagione. Oltreché, con che ragione o con che viso può un padre, una madre o un fratello riprendere la figliuola o la sorella di quei difetti, de’ quali egli stesso nelle proprie case gli è stato quasi dimostratore e maestro? Ma, per lasciar di dire de’ padri e de’ fratelli, chi è quel marito, che nel prender moglie abbi debita diligenza usata per sapere di chi ella sia stata figliuola, cioè per aver notizia de’ costumi del padre e della madre, accioché, da quegli la sua educazione argomentando, potesse aver di lei quella cognizione, che in tal caso si ricerca, avendo a vivere ed a morire insieme? Certo pochissimi ne sono. Anzi ognun corre per sapere s’ella è nobile, s’ella è ricca; ma come ella sia allevata, radissimi ne domandano. E veramente questo è un grande abuso, avengadio che, essendo instituito il matrimonio non ad altro fine che per la sucessione della prole, né potendo di quella aver buona speranza se la madre anch’ella non vi concorre con la buona educazione, a niuna altra cosa si doverebbe aver l’animo e ’l pensiero piú che ad aver moglie ben costumata e ben allevata. Ché, se in comprar un bue, un cavallo o alcun altro animale, atto a servire ai communi bisogni della vita, la prima cosa si domanda di qual razza egli è e dove è