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348 iv - il convito, overo

esso voi, che sapientissimi sète, ragionare, e forse anco in quel che detto avete contradirvi, e dall’animo una antica opinione, per iscriverne un’altra, diradicarvi, maggior forze si richiederebbono che le mie non sono. Massimamente intendendo io esaminare e trattare questa materia delle corna non per via di favole o di stirati essempi (come infin ad ora mi par che sia stato fatto), ma piú tosto, con vive ragioni tratte dal profondo centro della sacra filosofia, farvi conoscere che non è possente la disonestá della donna a far vergogna a l’uomo o a tôrgli punto di quella gloria, che, per aver egli virtuosamente operato, gli si convenga o s’abbia acquistato. Anzi, se la donna è vissa impudicamente (e perciò si viene in opinion di corna), a lei, piú tosto che a l’uomo, cotal opinione s’appartiene, e piú tosto ella che l’uomo è da esser detta «cornuta». A la qual cosa fare, dirollo ingenuamente, sento le forze in tanto avanzate dalla volontá, quanto il desiderio concorre con la cosa del pari. Ma, poichè qui s’ha da scoprir la veritá, la qual, candida e bella per se stessa, non ha punto bisogno, per comparir orrevole nel conspetto degli uomini, di lisciatura alcuna d’eloquenza, e tanto meno ora, ch’ella ha da mostrarsi a voi, che, suoi domestici e famigliari essendo, non durarete fatica a riconoscerla; dirò (seguitando il precetto di Pittagora, che a le muse e non a le sirene volea che si sacrificasse) con quella simplicitá, che conviene a la narrazione delle cose vere. E volesse Iddio che, sí come poco appresso ella a noi sia palese, cosí parimente a tutto il mondo si palesasse! chè non si sentirebbono ogni giorno tanti omicidii, tante brighe e tanti malefizi, di quanti, chi volesse ben por mente a l’importanza della cosa e con occhio ben sano riguardarla, ne conoscerebbe chiaramente esser cagione questa sciocca ed invecchiata opinion delle corna. Ma, poichè, sí come chi lungo tempo in una oscura grotta fusse stato, se di repente comparisse al sole, sentendosi dal suo lume offeso, subito serrarebbe gli occhi per non vedere, cosí il mondo, stato cotanti secoli nelle tenebre di questa cieca opinione sepellito, se il lume della veritá gli si scoprisse, offeso chiuderebbe gli occhi dell’intelletto per restar, senza vederla, nella prima ignoranza, lasciando