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340 | iv - il convito, overo |
vi paia esser vecchio. Volentieri vorrei saperlo da voi, per impararlo anch’io. — Disse allora il Cesario: — Io non so di che anni voi vi siate, ma parete ben al viso ed a’ canuti, che voi mostrate, d’averne... presso che non dissi quarantacinque. — Allora il Selvago, quasi fusse punto oltra il giubbone: — Se i vostri libri — rispose — v’hanno insegnato ad esser cosí buono, oratore come sète fisionomo, io non dubito punto che voi ci arete perduto il tempo. Perciochè io vi mostrarò uomo, il quale è tutto canuto, e non arriva pure a’ venticinque. — Rispose allora Trifone:
— S’io mi ricordo bene, o Selvago, son giá dieci anni che voi diceste d’averne trentaquattro, allora che ’l Molza vi battezzò per «giovane perfetto», e mi pare che dimoriate pur troppo in questo termine. Perchè, se non volete confessare d’esser vecchio, sostenete almeno d’esser riputato uomo di mezzo tempo. — Il Selvago in questo s’era apparecchiato a contradire, ma, avendo paura della legge (della quale poco dianzi fu vicino a pagar la pena), con un crollar di testa e con un riso amaro, a la fine pur si tacque. Per che il re impose al Marmitta che ragionasse. Ed egli in questo modo incominciò:
— Io godo molto tra me stesso, splendidissimo re e virtuosa compagnia, che mi sia stata data occasione, per la quale io possa scoprir un mio pensiero e communicarlo oggi con voi, conceputo giá è gran tempo nell’animo mio, senza mai avere avuto occasione o modo di poterlo scoprire. Ringrazio dunque il re e Trifone: de’ quali l’uno con l’envitarmi, l’altro col porre in campo sí fatto ragionamento, mi dánno ora occasione, e massime tra tanti galantuomini, come voi sète, di palesarlo. E, se ben sará a fatto contra l’universal opinione degli altri uomini, tanto piú egli vi dee essere, quanto conoscerete da qui innanzi in che errore ed in quai tenebre il mondo si truova involto, e voi per aventura insieme con gli altri. Perciochè io non intendo quel che voi avete insino ad ora fatto e quel che fa continuamente ogni uomo, di biasimar le corna. Anzi, sí come un tempo furono in pregio, cosí anco intendo ora con vive ragioni ed essempi dimostrarvi che non sono da esser biasimate o dannate. Per la qual cosa fare, bisogna prima darvi a cono-