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del peso della moglie 329

diritti, come ora noi, nell’una parte e nell’altra; e, quando piú agilmente moversi voleano, sopra otto membra fermatisi, a guisa di quelli che fanno le forze d'Ercole, si moveano in cerchio.

Di questi adunque il maschio era stato creato dal Sole, la femina dalla Terra, l’androgino, cioè quel che insieme era maschio e femina, dalla Luna. Ora avvenne che, essendo costoro per li demeriti loro in disgrazia degli idii, furono ciascun di loro, per opera di Giove e d’Apolline, in due mezzi divisi: dei quali ciascun correva per riunirsi ed abbracciarsi con l’altro suo mezzo. Di qui nacque l’abracciamento ed il bacio, i quali sono i piú dolci e desiati pegni d’amore. Il maschio dunque del Sole s’abbracciava con l’altro maschio e la femina della Terra con l’altra femina, ma gli androgini della Luna s’abbracciavan maschio e femina, e cosí la spezie dell’uomo veniva per successione ad essere perpetua. A la qual cosa non quei del Sole o della Terra, ma solamente quei della Luna si vedevano esser utili. Dalla Luna dunque si può, per questa favola, dire che abbi avuto sostentamento la spezie dell’uomo. Ed invero, se vogliamo il vero senso e l’allegoria d’essa ricercare, trovaremo nella Luna esser l’imagine del matrimonio. Conciosiacosachè il Sole è tutto maschio, cioè tutto forma e causa agente; nella Terra non si può considerar altro che materia e passione, e per questo è detta «femina»: laonde da questi due, divisi, non può venire generazione nè successione di cosa alcuna. Ma della Luna non si può dir cosí, conciosiacosachè in lei si vede (in quel modo però ch’esser vi può) e l’una e l’altra natura, cioè la virtú attiva del Sole e la materia della Terra. Perciochè, essendo in lei lume, calore e moto, i quali accidenti son tutti principalmente del Sole, prende poscia le tenebre e l’opacitá della Terra. Così, partecipando, in un certo modo, di materia e di forma, par che sia come un simbolo del matrimonio. E giá, per dire il vero, avendo la Luna forza d’inumidire e mediocremente di riscaldare, e molto giovevole a la generazione delle cose. Quindi Alman, poeta lirico, finge la rugiada, cosí utile al germogliar delle piante, esser figliuola dell’Aere e della Luna. Or, per ritornar al nostro incominciato discorso, essendo la Luna non infima causa della