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iv - il convito, overo |
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terra. A similitudine dunque di questa bontá e puritá di vita,
cotali uomini, perchè anch’essi son buoni e s’astengono dal
sangue, son detti «cornuti». Ècci ancora un altro effetto da
considerare, il quale m’induce a credere che tali uomini sien
detti «cornuti». Conciosiacosachè per tale loro bontá sono assai
facili a lasciarsi persuadere, avengachè, senza molti ramarichi
e senza tanti riguardi, si lascian dar facilmente ad intendere
che le proprie mogli (delle quali gli altri son cotanti gelosi)
siano da far communi con gli amici; e per questa facilitá son
detti «cornuti», a sembianza delle parti solide degli animali.
Conciosiachè, o vogliate Tossa, o Tunghie, o i denti, non farete
mai tanto, che piglino altra via di quella che una volta ebber
dalla natura. Ma delle corna non avvien cosí: perciochè, appressate
al fuoco, le ridurrete facilmente a quella figura che voi
vorrete. Restami ora un altro effetto bellissimo da considerare,
il quale è questo: che, volendo spesse volte cotali brigate piú
che gli altri risentirsi e resistere alla libera e larga vita delle
mogli, nè sopportando per conto veruno di communicar l’uso
di quelle con altri e d’esser buoni, spessissime volte patiscono
ingiurie e ricevono scorno, nonchè corna. La qual cosa, se si
vede spesso in altri paesi, in Roma si vede spessissimo. Avengachè
non mancan tuttavia di quegli, i quali, non potendo per
lo cammin ordinario venire al compimento de’ suoi desidèri con
le mogli altrui, tentan dell’altre strade. E ora con esili e prigionie,
ora con minacce ed altre ingiurie piú palesi, avendo
in ciò favorevole l’animo delle donne, s’acquistano per violenzia
quel che non possono avere amichevolmente, e fanno lor capitar
male. Il che mi sono informato poi che suole ancora avvenire
al montone, il quale, se per troppa gelosia e ferocitá di testa
non lassa usar gli altri montoni con le femine del gregge, i
pastori gli segano le corna; delle quali trovandosi privo, diventa
timido e mansueto, nè è piú ardito e pronto al combattere come
era prima. Afferma anche Epicarmo, medico siracusano, che
un montone, quantunque fiero ed animoso, se gli si forano le
corna, si fa piacevole, ritorcendoglisi in guisa le corna, che
non solo il rendono inabile ad urtare, ma gli impediscono il