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322 iv - il convito, overo

terra. A similitudine dunque di questa bontá e puritá di vita, cotali uomini, perchè anch’essi son buoni e s’astengono dal sangue, son detti «cornuti». Ècci ancora un altro effetto da considerare, il quale m’induce a credere che tali uomini sien detti «cornuti». Conciosiacosachè per tale loro bontá sono assai facili a lasciarsi persuadere, avengachè, senza molti ramarichi e senza tanti riguardi, si lascian dar facilmente ad intendere che le proprie mogli (delle quali gli altri son cotanti gelosi) siano da far communi con gli amici; e per questa facilitá son detti «cornuti», a sembianza delle parti solide degli animali. Conciosiachè, o vogliate Tossa, o Tunghie, o i denti, non farete mai tanto, che piglino altra via di quella che una volta ebber dalla natura. Ma delle corna non avvien cosí: perciochè, appressate al fuoco, le ridurrete facilmente a quella figura che voi vorrete. Restami ora un altro effetto bellissimo da considerare, il quale è questo: che, volendo spesse volte cotali brigate piú che gli altri risentirsi e resistere alla libera e larga vita delle mogli, nè sopportando per conto veruno di communicar l’uso di quelle con altri e d’esser buoni, spessissime volte patiscono ingiurie e ricevono scorno, nonchè corna. La qual cosa, se si vede spesso in altri paesi, in Roma si vede spessissimo. Avengachè non mancan tuttavia di quegli, i quali, non potendo per lo cammin ordinario venire al compimento de’ suoi desidèri con le mogli altrui, tentan dell’altre strade. E ora con esili e prigionie, ora con minacce ed altre ingiurie piú palesi, avendo in ciò favorevole l’animo delle donne, s’acquistano per violenzia quel che non possono avere amichevolmente, e fanno lor capitar male. Il che mi sono informato poi che suole ancora avvenire al montone, il quale, se per troppa gelosia e ferocitá di testa non lassa usar gli altri montoni con le femine del gregge, i pastori gli segano le corna; delle quali trovandosi privo, diventa timido e mansueto, nè è piú ardito e pronto al combattere come era prima. Afferma anche Epicarmo, medico siracusano, che un montone, quantunque fiero ed animoso, se gli si forano le corna, si fa piacevole, ritorcendoglisi in guisa le corna, che non solo il rendono inabile ad urtare, ma gli impediscono il