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iv - il convito, overo |
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non se ne avvedesse, bebbe allegramente. Ed invero la legge era sì dura, che ci sarebbe stato còlto Solone, non che il Selvago. Ma il re ed il Raineri, diligenti osservatori d’ogni cosa, a pena il lasciarono finir di bere, che d’aver rotta la legge lo sgridarono, e noi tutti facemmo il medesimo. Ma egli, accortissimo, per non cader nel secondo errore, come nel primo, contradicendo non ch’a tre, ma a tutti, si rendè in colpa e ne domandò perdono. Tuttavia, non volendo il re che il fatto restasse senza pena, il condannò che bevesse un altro bicchiere d’acqua pura. A che il Selvago prontamente rispose: — Giustissimo re, io m’appello di questa sentenzia a voi stesso. Perciochè, col farmi pagar la pena d’aver rotta una legge, mi date nuova materia di romperne un’altra. — E qual è ella? — disse il re. — Che nessuno — rispose egli — possa bere piú che tre volte. Dove, bevendo questa, mi fareste ber la quarta. — Allora il re, alzatosi, disse: — Insomma non si può contrastare col Selvago. Voi sète invitto ed io vi perdono. — E cosí il desinare fu finito. Levate le tavole e postici presso al fuoco a sedere, dopo vari ragionamenti, propose il Raineri che sarebbe bene, per non stare in ozio, di ragionare di qualche cosa allegra, che fusse degna di quel dì. La qual cosa fu approbata dal nostro re e da tutti noi. Ricercandosi adunque nuovo argomento di dire, ed essendosi da chi una cosa, da chi un’altra proposta, disse Trifone: — S’io mi ricordo bene, iersera il Selvago l’ebbe molto contra i cocchi, nè penso giá che la collera sia scemata affatto. E, perchè voleva che ogni cocchio portasse un par di corna per insegna (quasi il cocchio non fusse altro che rendita di corna), se farete a mio modo, ragionaremo oggi delle corna, e donde è venuta questa generale opinione: che, quando un marito ha la moglie lasciva, par al mondo ch’egli abbi le corna in testa. — E, cosí detto, si tacque. Parve a tutti che Trifone avesse proposto bello e nuovo soggetto di dire, e giá ognuno attendeva la risposta del re. Ed egli, che vidde dipinto negli occhi nostri il desiderio di tutti, come che egli piú degno ragionamento desiderasse, nondimeno, perchè pur la materia era dilettevole ed universale assai, a la fine vi si accordò. Vòlse però