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iii - il libro della bella donna |
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supplicio che n’avesse a patire un occiditore del padre, rispose
Solone: cioè non mi poter persuadere che v’abbia donna alcuna empia ed irreligiosa, com’egli non potè credere che v’avesse di quelli che osassero con estrema malvagitá di tôrre quello al padre o alla madre che essi avessino da loro avuto con grandissima cortesia, la vita, dico. Come adunque ella si debba intorno al bere ed al mangiare con regola e misura a lei convenevole instruire, io ne dirò diece parole or ora. Egli si sa da ognuno che Noè, sendo fuori dell’arca uscito, come ci insegnano le Sacre Letture, si mise diligentemente ad arare la terra, e con le proprie mani a piantare le viti, dalle quali s’avesse a produrre e generare l’almo liquore, che addimandiamo «vino», il quale poi, generato, è stato per tutto il mondo, come veggiamo, diffuso. Ma non è picciola briga appo alcuni questa: s’egli meglio sarebbe stato che non vi fusse mai nasciuto. Considerati gli effetti suoi buoni, io, e, con la volontá divina, la cattiva ed irregolata nostra umana, risolutamente dico ed assertivamente affermo che meglio è stato che senza lui non vivesse la generazione razionale, ché l’uso, dove l’abuso è cattivo, è buono. E niente è da credere che s’avesse posto a fare Noè, se l’altissimo Iddio non gliel’avesse rivelato. E, se la nostra ingordigia, per lo suo mezo, viene a cagionare molti e molti mali, non bisogna perciò dire e conchiudere che non sia cosa buona il vino, e che beati noi se non l’avessimo. La colpa è nostra di quanti quinci scandali si levano e mai si leveranno! Il vino (pure che non ci partiamo dalla giusta misura) maravigliosamente ci accresce le forze del corpo, ci accresce e ci aguzza lo ingegno; il che non spiace al divino Platone, prencipe de’ filosofi. Egli vale a potere allegrare i cuori nostri, afflitti e sbattuti da longhissimi travagli e da longhissime cure. Chi non ne bee non è ben atto al generare, è privo e casso d’ardimento e di robustezza corporea, ha debole ed inferma la virtú concottrice, e finalmente tosto viene a morire. Il vino raffrena il vomito, fa digerire, aita lo stomaco e giova a’ nervi. E, s’io volessi annoverare tutto il bene che ne viene all’uomo per mezo di lui, moderatamente bevuto, non è dubbio che infino