degli uomini ed i nemici delle donne hanno favellato; ma io avrei avuto a caro che eglino avessero postergato la passione e l’odio, che immeritevolmente hanno portato a questo sesso ed a questa schiera donnesca, che adorna ed abbella pure, a lor mal grado, il mondo, e forse altro giudicio e diverso molto oggidí vi si leggerebbe nelle carte loro, che non si legge. Io dico che le donne non sono tanto ciarlatrici quanto per iscrittura vi si mostra, e sí come qui hanno gli scrittori errato, di leggieri ponno nell’altre cose aver fatto il simigliante anzi che no. Deh, guardianci un poco noi, e diciam poi di loro! Ma io torno al luogo onde io mi partii, perché alcuno non dica che, avendo io gittato in occhio altrui ch’essi hanno fatto male per astio, odio ed invidia, a me starebbe bene e converrebbe che mi si fusse gittato l’aver fatto bene per l’opposito, cioè amore e benevolenza, ingannatrice, come usava di dire Platone, di veri giudici. Il che se bene mi he opposto, non mi curerò mai delle opposizioni, ch’io amo piú tosto di lasciarmi ingannare, il che non concedo, da amore che da odio, come questi malvagi e maldicenti si lasciano il piú delle volte. Ma, tornando pure, come di sopra ho detto, onde mi venni a partire, noi siamo, dico, troppo linguuti; il che non voglio che sia nella donna nostra, la quale ancora schiferá di tutto potere di non amare il vizio delle accuse, ché queste tali sono fuggite dal mondo come sono le croci dal diavolo, e piú sono odiate ch’egli non è da lui. Chi ha un cotal vizio è stranamente macchiato, ed io non credo mai che sia caro al cielo, dove accioché salga, isforzare si dee ognuno per mezo delle virtuti. Soleva dire Domiziano imperadore che chi non castigava gli accusatori gli veniva ad infiammare, a farneli piú e piú accusatori. Ma vegniamo ad altro oggimai. Della religione sarebbe da dire, ma non mi piace, ché, se mi avesse piacciuto, lá dal principio, ch’io incominciai a descrivere interiormente qual essere dee questa donna, n’avrei ragionato alquanto. E, se mi dimandassero Vostre Signorie perché qui me ne passo col piede, come si dice, asciutto, io risponderei loro quel, che giá mille e mille anni a coloro, che ’l dimandarono perché egli non avesse posto nelle sue leggi la pena ed il