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libro terzo 297


E quando avremmo tempo di andarci a riposare? Meglio è adunque che quel poco di tempo, c’ho di poter qui ragionare con esso voi intorno alle cose appartenenti pure alla donna, io venga a partire in guisa ed in maniera, che non in una solo, ma in tutte tutto io lo spenda, e, come si chiede, io lo sparta ed il consumi. Il perché dell’ostinazione (la quale suole essere alle volte difetto nelle belle donne, non altrimenti che soglia essere ne’ be’ cavalli il restio) dirò cosí alla distesa quattro parole, in prima ch’io mi volga ad altro. L’ostinazione, vizio pure abominevole, non voglio che vi si trovi in questa donna nostra per modo niuno. Percioché, sí come in un bellissimo e finissimo panno disdicevole è vie piú, che in uno non cosí bello nè cosí fino, una macchia che suso vi segga e vi stia talora, cosí un vizio in un bel corpo ed in uno non men bello animo stranamente viene piú a bruttare ed a deformare od uomo o donna che si sia, che s’egli in sozza persona e non dissimile animo si trovasse allogato, ed ivi tenesse il suo nido e dimorasse come in propria stanza. IL medesimo ci è dato a vedere della virtú, qualora accade di potere vederlo. Ma, tornando all’ostinazione, dico che essa spetta alle mule spagnole e non alle belle donne, delle quali, scarse del pregio e del suo onore, non sarebbe se non loda il dimostrarsi a chiunque si fusse essorabili ed arrendevoli, quantunque volte loro vi si scoprisse l’agio e l’occasione di poterlo fare. E, perché mi soviene una dilettevole facezia ora d’una femina ostinata, anzi ostinatissima, anzi l’istessa (per quel ch’io mi creda) ostinazione, io voglio che noi ridiamo un poco; ma uditemi prima, s’egli non vi è discaro ed in dispiacere l’udire. Era adunque una femina, la quale, maritatasi in non so chi (ché ’l volgo e bassa gente, come amendui erano, giace senza nome e senza fama), aveva detto a suo marito, qual che si fusse la cagione, ch’egli era pidocchioso. Questi, salito in còlera, volle allora allora ch’ella si disdicesse, ed incominciolle a dare di buone pugna e di buoni calci; ma ciò era nulla con lei, e, come dice il proverbio, un pestare acqua in un mortaio, un parlare a sordi ed un volere imbianchire un etiopo e lavare un mattone. Alla fine, veggendo egli che non solo non si voleva ritrattare essa