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290 iii - il libro della bella donna


negarle questa giamai. Vi muova l’essempio delle due antedette e generose donne, e vagliavi contro ogni colpo di contraria volontá, che vi assalisce, il terzo ancora di Pallade. Alle quali famosissime e nobilissime tanto gli uomini saggi hanno giudicato convenirsi la testura quanto è l’ago ed il fuso, di cui n’abbiamo parlato pur ora, e l’arcolaio e la conocchia. Queste arti, dove utilitá solo nelle poverelle apportano, solo onore (e che altro dee una gentilissima apprezzare e di che altro le dee calere?) alle ricche e nobili e belle donne usano di conferire e di arrecare. Oh! che dolce cosa è l’udire d’una qualche generosa: — Ella fa cosí, ella sa cosí, ella si diletta di sapere che ogni cosa che spetta alla perfezzione del sesso feminile e donnesco, ella non vuole niuna di quelle sentire che le potrebbe essere dannosa circa ’l pregio e l’onore. — E poco doppo: — Benedetta lei, benedetta chi tale l’ha allevata, chi ben le vuole, e chi ben le brama! — Ritiriamoci un poco ora al suonare, al cantare, al ballare, col nostro ragionamento; e, se possibile è che la nostra donna s’adorni e se le accresca beltate alla sua beltate con tai mezi altresí, altresí adorniamola ed abbelliamola a tutto nostro potere: il che quanto con piú diligenza ci sforzeremo di fare, tanto piú ci verrá fatto, come si dice, a filo e sí come desideriamo, se ’l giudicio mio, che ciò mi va dettando, non erra e non esce di via. Io adunque tengo fermissimo la musica, dove le tre cose antedette intravengono, tra l’oneste professioni potersi annoverare. E quinci è che Socrate, giá vecchio ed antico, volle impararla, e volle che i giovenetti bene allevati e di buona creanza in essa si ammaestrassero, non perché avesse ad essere loro un solfanello di liscivia, no (il che può avenire ai dissoluti), ma un freno, il quale i moti dell’anima reggesse e sotto regola e ragione li tenesse. Percioché, sí come non ogni voce, ma quella solo, che ben consona, viene alla melodia del suono a spettare, cosí non tutti i moti dell’anima, ma quelli solo, che convengono con la ragione, appartengono alla diritta armonia della vita. Volle Pericle ancora che ’l nipote Alcibiade si desse allo studio di cotale arte, onestissima tanto appresso greci ed apprezzata, che, oltre che la posero nel numero delle liberali, fecero che qualunque uomo