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276 iii - il libro della bella donna


inalzarla, non fará egli una pazzia di Grillo? Non fará questo: che, dove ella si scorgeva da tutti riguardevole e di beltá ripiena, ella si scorgerá men vaga e men bella? Poi a cui non è chiaro quello che si legge di Alcibiade? Il quale soleva dire che delle orazioni vestite e tutte arteficiate di quel Pericle (nelle labbia del quale, come si dice, sedeva la dea Pito, che lo faceva tonare, folgorare e persuadere ogni impossibil cosa) niente vi si commoveva, ma si bene per le parole ignude e semplici di Socrate. Io vorrei che conoscessero queste donne che, si come sogliono il piú delle volte gli alti e spaziosi alberi negli orridi monti, dalla natura prodotti, piú che le coltivate piante, da dotte mani purgate negli adorni giardini, a’ riguardanti aggradare; e molto piú per li soli boschi i selvatichi uccelli, sopra i verdi rami cantando, a chi gli ascolta piacere, che per le piene cittadi dentro le vezzose ed ornate gabbie non piacciono gli ammaestrati; cosí elleno vengono a piacere piú, e sono nel vero piú belle, quando, contentandosi della bellezza loro naturale, non curano di belletto o di che che sia, che le faccia andare piú adorne e piú leggiadre, se questa si fatta viene ad essere leggiadria: il che non mi piace in modo niuno. Io vorrei che sapesser le medesime che, sí come l’edera per sè viene assai piú bella, e piú belli sono i fiori coloriti della terra senza altro lavoro che vi si ponga ed ispenda, cosí elle ci sono, ove, non vaghe nè ghiotte di liscio, vanno ornate della propria freschezza della carne del viso e del proprio bello. Io vorrei finalmente che tenessero per fermo che, sí come alle umane menti aggradevole piú è una fontana che naturalmente esca dalle vive pietre, attorniata di verdi erbette, che tutte le altre ad arte fatte di bianchissimi marmi, risplendenti per molto oro; ed i liti, de’ loro nativi sassolini dipinti, vie piú dolcemente lucono e folgorano, cosí elle, nè piú nè meno, ci sono in grado allora che, disprezzate le sozze vie di farsi vaghe, si dánno a seguire ed a calcare quelle che, piú essendo degne di loro, piú degne e piú nette e piú polite le rendono anzi che no. Spiace certo ad occhio onesto in ogni donna il belletto, e massime nelle belle e ben create vergini, delle quali il proprio è la semplicitá e puritá colombina, che tanto piace e