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iii - il libro della bella donna |
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zate di porsi in sul viso, non sarebbe se non buono di cominciare la impresa e non lasciare andarsene il tempo, che mai non torna indietro poi che una fiata se n’è fuggito e scorso. Per la qual cosa fu dato l’assunto di far il tutto al signor Ladislao, mio fedele Acate, sí perché egli meno, per l’adietro, di tutti avea ragionato, e perciò ne faceva instanza, sí perché, di spedita lingua e dolce parlare dotato, non poteva non sommamente a tutti piacere ed essere pienamente in grado, e sí ancora perché mostrava d’aver un fianco ed una lena sí fatta che, senza stancarsi mai, avrebbe potuto la notte intera intera trapassare ragionando. Il perché egli, senza usare gli increscevoli e cerimoniosi giri delle belle parole, doppo che ebbe tutti ringraziati e lodati per l’onorato incarico, che gli avevano conceduto, di dire, a cosí favellare incominciò tutto allegro: — Della stomacosa e piena di lezzo composizione del belletto, di cui s’adornano, anzi sconciano, delle donne assai, cosí nella nostra come nell’altrui terre, io, signori, non mi voglio porre al rischio del parlare; ché, lordissima cosa e sozzissima essendo (come ognuno di noi può saper chiaramente), egli potrebbe di leggieri avenire che me ne verrebbe tal fastidio e nausea, che, non che quello che nello stomaco ho di cibo preso, ma a pena gli spiriti riterrei nel petto. E poi io non vi avrei buoni ascoltatori, essendo simili e conformi a me voi, ai quali cerco che ’l mio ragionare piaccia e non porga dispiacere e talento di via fuggire e lasciarmi qui solo, come forse accaderebbe se io vi ragionassi di quello che non mi piace e non mi aggrada in modo niuno di ragionare. Parlerò io adunque piú che volentieri della spiacevolezza, della vergogna e del danno doppio di quelle cotali, che per questa via e per questo mezo procacciano di parere belle e colorite ai riguardanti, sendo tutte simili a quelle maschere che «modanese» s’addimandono, o a quei pomi (o vendetta di Dio, chi te n’oblia?) che Gomorra produce e crea. La spiacevolezza adunque è anzi grande che no; ed io dirò questo di me: che non mi viene mai veduta (ché pure me ne viene veduta alcuna) alcuna di queste cotali donne, ch’io non le fugga con maggiore prestezza e piú volentieri assai, che se,