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264 iii - il libro della bella donna


questo miracolo, attribuite una si maravigliosa possanza a Venere, e non al moscato; il che ha piú del verisimile assai e piú sta al martello. Ma seguite, se avete altro che dire, ch’io mi credo che no. — Guardate pure che non sia che sí, — disse qui l’altro. E seguitò: — Non abbiamo noi nel Vangelo che chi per noi volle in su la croce star pendente e morire, acconsentí che di odorate e preziosissime moscate, acque ed unzioni li fossero i santissimi piedi lavati ed unti? Il che non averebbe mai sofferto il gran Figliuolo di Dio, se buono effetto da loro non avesse aspettato, overo non avesse avuto caro e sommamente lodato come buone quell’acque e quell’unguento. — Deh, tacete in cortesia! — rispose il signor Pietro. E poi n’andò dietro dicendo: — Io vi dico che altro effetto non venne da loro, e che buone non furono; e patí Giesú questo, non perché n’aspettasse alcun bene, no, e meno perché ei fosse (come tutti si può credere essere che l’usano) molle, delicato ed amico delle delizie, ma si bene perché gli piacque la pietá e le lagrime di lei, che gliele offerse. Ma, da che pur la volete con meco, signor Ladislao, e non volete perdendo cedere, togliete questo per ultimo essempio, che vi potrá forse ridurre al voler mio, dove gli altri, non oprando nulla, ch’io vegga, in voi, sono stati vanamente per voi recitati da me. Si scrive che Domenico Silvio, doge XXXI, secondo il Sabellico, o pur XXX, secondo altrui, della cittá miracolosa di Vinegia, ebbe per moglie una costantinopolitana, la quale, disprezzando l’acqua commune, costumava di lavarsi colla rugiada, e, non volendo i cibi toccar con mano, gli toccava coi dorati pironi. La camera poi, dove usava di posare, oliva tanto eccessivamente d’odori soavi, che di qualunque v’entrava i sensi rimanevano vinti e perduti. Ma che fece la intera giustizia di Colui che regge l’universo e ’l tutto scopre? Fece che alla fine questa sí fatta amica degli odorati zibetti e moscate acque, le quali pur voi volete concedere alla donna nostra, contro il debito e la ragione, infermò di sozzissima e lordissima infermitá, della quale si morí finalmente in grandissima miseria. Non vi piaccia adunque, signor Ladislao, piú la vostra opinione infin ora tenuta, e sappiate stasera che questi odori e queste acque, non