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234 iii - il libro della bella donna


ha in voi, come mi sono accorto, diritto giudicio spento) che la signora Lucrezia Toronda, dove ha il rispetto con la castitá suo nido, di tai capelli nativi è stata dalla natura donata, di quali fu, giá mille e mill’anni, donato il biondissimo Absalone. E veramente potrebbe essere che, di loro innamorato, il cielo sú gli traesse, e concedesse a quegli parte vie piú degna assai di quella, dove si stanno que’ di Berenice, or ora in sommo favore di lui. — Avrebbe piú detto, secondo l’alto mio desio, il signor Ladislao, ma non fu lasciato, peroché volle ’l signor Pietro con belle ragioni, il che è proprio di lui, che si valicasse ad altro, e qui tempo piú non si consumasse.

Compito adunque il ragionare della chioma, conveniente alla bella donna, e non aspettandosi altro, salvo che si levasse l’eccellente dottore per darle qualche altra parte perfettissima, eccolo in piedi di nuovo risorto e dire: — A me piú non spetta egli, signori, di cosí tosto ragionare intorno al resto di questa donna, e può essere assai questo, presso alle Signorie Vostre, l’averle dato io un buon principio. — A queste parole disse il signor Giacomo: — Voi mi parete assai debole barbaro a tal corso, eccellente dottore, poiché giá vi dimostrate stanco, non avendo appena principiato l’arringo; e, per dirvi ’l vero, quello è avenuto a noi, che io giá intesi dal mio maestro di scuola essere avenuto al cavallo d’un Sulpizio Galba, il quale, avendo fuori a cavalcare e fare gran viaggio, come fu giunto alla porta per uscire, ecco cadergli sotto e tutto stenderglisi in terra, come s’egli fusse stato piú stracco del mondo ed avesse caminato dalla Tana al Nilo. — Bella comparazione è questa vostra per la prima, che in mezo ci avete arrecata — gli rispose il signor dottore; — e, cosa ch’io non avrei di leggieri creduto, a tempo sereno ho sentito cadermi la gragnuola in su la testa. — Signor dottore, voi siete troppo sottile ad intendere le mie parole cosí sconciamente, le mie parole semplicemente mandate fuori e senza malizia niuna... — gli ridisse il signor Giacomo. Quando infine l’eccellente dottore replicolli: — Volete ch’io vi dica ’l Vangelo? Voi siete malizioso piú che il fistolo che vi venga, ch’io non dissi quasi «la fistola». — Ridemmo qui tutti. Alla fine chetati,