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232 iii - il libro della bella donna


Al tempo del Petrarca, che fu in quegli anni che in Avignone facea residenza la Chiesa, si costumava in quelle parti della Francia, ove nacque la sua famosa Laura, di portare, sendo donzella, le chiome sciolte, e, sendo maritata, avolte in perle, in gemme od in altro, secondo la condizione d’ognuna. Il che, non senza qualche fondamento, pare che uno aveduto interprete di lui in quel sonetto «L’aura serena» voglia mostrare, e perciò maritata essere stata la Laura, perché allora, che fu composto il sonetto, dice il poeta ch’ella avea legate le chiome, le quali al tempo che di lei s’innamorò, che fu, secondo alcuni, l’anno duodecimo, il decimo mese ed il secondo giorno dell’etá sua, erano sparte e sciolte. Ma questo se è vero o no, altri piú curiosi cerchino; ed io, tornando al lavoro e seguendo, dico che Ovidio induce Atalanta, la figlia di Scheneo, comparire alla caccia d’un terribile cinghiale col crine semplice ed in un nodo avilupato. Ma non piú di questo. E la conclusione in ciò sia: che questa donna tenga e porti i capelli suoi dorati, crespi, lunghi e folti, in bionde trecce avolti, e non giá celati in rete niuna d’oro o di seta, ma scoperti sí, che ciascheduno li vegga, senza maledire cosa alcuna che li contenda agli occhi suoi. — Era, parlando, trascorso infino a qui l’eccellente dottore, e giá tacevasi, quando il signor Pietro disse: — Deh! signor dottore, non vi rincresca palesarci qual sia stata colei, la cui bellissima chioma riducendovi a mente, voi l’avete data a questa donna, che procuriamo di formare or ora caldi, come si vede, e anzi intenti che no. — A tal dimanda il signor dottore, e per non mostrarsi discortese e duro, e per scoprire che non in vile e sozzo, ma in gentile e bel luogo aveva santissimamente collocato il cuor suo, lietamente cosí rispose: — Fu la gentilissima ed onestissima sorella vostra, la signora Ortensia Arigona, quella, signore, i cui folgoranti e biondissimi capelli veggendo io col pensiero (non li potendo con questi occhi scorgere), mi misi a porre l’idea di loro, e a donargli a questa donna nostra, per tale dover essere, quando fie fornita, quale ella è, cioè da tutte le parti bella e perfetta a maraviglia. — Risero qui i compagni, e poi soggiunse, dolce ridendo, il signor Pietro: — Adunque voi,