ed affannati insieme! Ma, perché, savio mio lettore, tu aspetti ch’io mi ricordi della mia solita usanza ne l’esponere di quanto dice il savio vecchio, percioch’io ancora non paia stanco, dirò in quanti modi l’uomo può straccarsi, perché cosí comprenderai la stanchezza de l’uomo maritato. «Stanco» si dice altrimente «affaticato», altrimente «ben stracco», altrimente «con poche forze», altrimente «angoscioso», altrimente «indebolito», altrimente «infiachito», non solamente delle forze del corpo, ma ancora del potere de l’animo. Deh, stanco dire; deh, dir stanco, quanto sei grato alla donna, specialmente se ella conosce la cagione della stanchezza! Deh, gloriosa fatica; deh, atto angoscioso, quanta contentezza tu sei della donna! Imperò, volgiendo la carta, quanta amaritudine, quanto dolore, quanta angoscia, quanto perdimento, quanta destruzzione tu sei del misero marito! Perché, ogni volta che ritarda l’uomo la parola e mancali il fiatto, sappi che è molto impoverito di spiriti, sappi che è tutto esanimato, sappi che pare essere stato nel torculaio; di sorte, per non abbondare nelle parole, la moglie non mai giudica che ’l marito l’ama perfettamente, salvo quando lui diventa con le gambe di cervo, col collo di la grue e col corpo di formica, con l’apetito di amalato, con forze di colui che sempre stesse impiagato, con vista di colui che sempre sta con febre lenta. Di sorte che tu, savio marito, omai pòi comprendere che la tua donna non ti ama, salvo destrutto, salvo defetato, salvo consumato: perciò fa’ che tu metti il freno al tuo corsieri, e non fare che mai ti veda l’uomo stanco per sua cagione, accioché tu non diventi favola del volgo.