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pena 175


vi si possono spicare dalla sua donna per la dolcezza del basio! quanti si strugono basando! quanti stanno accidiosi per non poter satisfarsi nel basio! quanti lassano le delicate vivande, nutrimento di lor forze infiachite, per il basiare! Oh baso, fundamento reale della destruzzione nostra! oh basio, principio manifesto della ignoranzia! oh baso, edificio di lusuria! o baso suave inspirazione di mortalissimo veneno! Perciò non baso, ma caso, overo rovina umana, perciò non basio, ma opressione di la contemplazione; perciò non baso, ma separazione di ogni virtuoso consorzio. Pure, per non parere di non volervi sodisfare, vi voglio descrivere le sorte delle labra, accioché conoscati qual vi sono piú suave, e qual piú dolci di basiare. Sappiate, o voi che volete maritarvi, che le sorti de le labra vi sono sei sorti: labre gentili, labre grosse, labre gracili, labre distesi, labre sporte in fori, e labre torte ancora si trovano. Ma di che sorti di queste labra se spiccano li piú dolci, li piú cari e li piú suavi basioci, avemo a vedere: perciò diròvi il giudicio commune; perché il mio servarò apresso di me, mentre che Iddio vuole. Pertanto, usando giá ventiun anno, non compito, come udirete, quando carpiva, quando spiccava e quando rubbava basi dolci, basioci amari, basi grati, basioci sdegnosi, basi furiosi, basioci pieni di veneno, basi pieni di licor suave, basioci carchi di rabbia occulta, basi segno di amore, basioci segno di perdizione, basio concordia maritale, basioci discordia occulta. Deh, basio o basiocio o baso, se me fosse lecito de scrivere le tue proprietá, per certo le uderesti essere piú che non vi sono li maritati, piú che non sono quelli che si dilettano del baso, piú che non sono quelle che sono basate e piú di quelle che sperano ancora di essere basate! Ma, per non attristarvi, lasarrò da parte le sue proprietá, e diròvi, secondo il giudicio commune, che li basi e basioci se spicano da li suavi e grati da labre gracili e gentili, purché siano sporte in fuori alquanto. O labre succarele, zuccarele, inzuccarate, quanti ne avete non solo ingannati, ma ancora oppressi di mortal ruina! Ma labre grosse, insuave, labre bavose, labre bovine, labre della mia mula che sempre bavegia, e labre povere