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ii - angoscia doglia e pena |
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che la donna è per natura superba ed iraconda, secondo la sentenzia
di Ioanne, di Lorenzo e di Pietro, santi. Pertanto chi ha
la moglie, gli è piú carco d’una nave piena di merce richissima,
nè perciò di tal peso altro uomo vi pò liberare che la morte.
Oh peso orrendo, peso dannevole, peso ultima nostra ruina!
essendo tale. Oh che gran danno è di libero a diventare servo!
Perché, dove la donna comanda, convien che l’uomo ubedisse,
di sorte che l’uomo maritato di libero è fatto servo, perché
costui coglie affanni sopra affanni. Imperoché, dove passa un
travaglio, ivi al maritato nasce la fatica, di sorte che l’uomo
maritato si assimiglia al bestiolo del vilano, a cui mai manca
la soma, perché la donna non mai cessa di stimulare il marito,
come fa el vilano il suo sumaro; perciò ciascun maritato
va carco, e privo di libertá dolcissima; e chi propone di pigliar
moglie, propone di portar la soma e di diventare servo. Imperò
notate queste virtú, o maritati, della vostra donna. Spesso
fenge di essere inferma; alcuna volta dice essere mal disposta;
talvolta simula di essere gravida, per dar al marito fatica e pene,
perché il conosce essere desideroso di avere qualche erede:
nondimeno gli è piú sterile di arena. Perciò, simulando, dice:
— Non so come mi sento... Dubito di qualche cosa... — Ma lui:
— Di che? — dimanda. Ed ella, astuta: — Tu me intendi. Me
dole il corpo, ho perso l’appetito, voria qualche cosa per
acuirlo... — Allora, grosso e buffatone, dice: — Lassa fare a
me. — Di sorte che ’l va cercando frutti novelli, diverse composte
e cose stranni. Poscia, trincata, dimanda le comare, e medici
ancora, che le tocchino il corpo, che mai se satola; che
conoscano alla urina di quanti giorni può essere: di sorte che
al meschino non mancano affanni e spese, con speranza piena
di finochi. Il che li detti facendo cosa possibile, la traditora
dice: — Caro mio marito, voria una vestura di altra sorte che
non ho, perché pure veráno le vicine e parenti a visitarme.
Gli è pur vostro onore che me trovino a pare de le altre ben
maritate! — Deh, astuta donna! Quanta malizia hai nel corpo,
perché ciò fai per parere bella al tuo amante, con nòve fogge
ed altri vestiti, e non per mostrarti bella o contenta di la