«donna», nome veramente orrendo, ma volendo darci ad intendere
di che sorte animale è la donna, el dice che gli è uno
animale che non sta fermo; e il non star fermo significa essere
instabile ed incostante. Pertanto dico che la instabilitá è vizio
che fa il moto ne l’operare; ed inconstanzia è cagion della mutabilitá
d’ogni proposito. Perciò dirai la donna essere animal
instabile e senza proposito, perché il suo animo non è fermo
nè stabile. E qui vi potria adure assaissimi esempi; ma, perché
giudico vi siano notissimi, perciò li lasso da canto. Donque
bastavi di sapere che la donna è animale instabile ed incostante.
Sí che non si deve fare fondamento in cosa alcuna di un
tal animale; nè ancora fidarsi in conto alcuno, perché, per essere
egli tale, dice il savio vecchio che la donna «disprezza l’onore».
Imperoché forse l’onor è cosa vile? Pertanto odi che cosa è
l’onore. Onore è la reverenza e dignitá fatta per qualsivoglia
cosa. Onore è giudizio di ben fare. Onore si prepone alle richezze.
Onore è virtú de l’animo, ed è suo perfettissimo nutrimento.
Sí che la donna, disprezzando l’onore, dispreza la piú
perfetta cosa che si trova al mondo, perché non vi è cosa per
la quale si stenta maggiormente, nè vi conoso frutto, al quale
piú solecitamente si attende che all’onore. Il che essendo vero
tesoro al mondo, ma disprezato dalla donna, dico che egli è
il maggior ignorante che la natura creasse mai al mondo.
Perciò dirai la donna essere colma di vizio e di ignoranza.
Pertanto non vi meravigliate se lei cede a l’apetito di ragione:
e questo adviene perché ella séguita la sensualitá, e sforciaci
di satisfare a l’apetito in ogni cosa: il che è offizio piú presto
di bestia che di uomo. Il che se gli è il vero, lasso contemplare
a voi, che state in continua conversazione de la vostra donna.
Perché a me ancora è occorso di vedere la donna mia di
volersi satisfare in cose che la ragione gli negava. Nondimeno,
non stimando l’onore, come avemo detto, cedeva all’apetito in
cose vilissime. Imperò, giá tal cosa essendovi manifesta, lassarò
di contemplare a voi soli e senza darvi esempio, per essere
cosa manifesta. E, descendendo per li gradi di sua natura, per
certo averei de dire molto de la sua volubilitá; ma, perch’io