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doglia 147


«donna», nome veramente orrendo, ma volendo darci ad intendere di che sorte animale è la donna, el dice che gli è uno animale che non sta fermo; e il non star fermo significa essere instabile ed incostante. Pertanto dico che la instabilitá è vizio che fa il moto ne l’operare; ed inconstanzia è cagion della mutabilitá d’ogni proposito. Perciò dirai la donna essere animal instabile e senza proposito, perché il suo animo non è fermo nè stabile. E qui vi potria adure assaissimi esempi; ma, perché giudico vi siano notissimi, perciò li lasso da canto. Donque bastavi di sapere che la donna è animale instabile ed incostante. Sí che non si deve fare fondamento in cosa alcuna di un tal animale; nè ancora fidarsi in conto alcuno, perché, per essere egli tale, dice il savio vecchio che la donna «disprezza l’onore». Imperoché forse l’onor è cosa vile? Pertanto odi che cosa è l’onore. Onore è la reverenza e dignitá fatta per qualsivoglia cosa. Onore è giudizio di ben fare. Onore si prepone alle richezze. Onore è virtú de l’animo, ed è suo perfettissimo nutrimento. Sí che la donna, disprezzando l’onore, dispreza la piú perfetta cosa che si trova al mondo, perché non vi è cosa per la quale si stenta maggiormente, nè vi conoso frutto, al quale piú solecitamente si attende che all’onore. Il che essendo vero tesoro al mondo, ma disprezato dalla donna, dico che egli è il maggior ignorante che la natura creasse mai al mondo. Perciò dirai la donna essere colma di vizio e di ignoranza. Pertanto non vi meravigliate se lei cede a l’apetito di ragione: e questo adviene perché ella séguita la sensualitá, e sforciaci di satisfare a l’apetito in ogni cosa: il che è offizio piú presto di bestia che di uomo. Il che se gli è il vero, lasso contemplare a voi, che state in continua conversazione de la vostra donna. Perché a me ancora è occorso di vedere la donna mia di volersi satisfare in cose che la ragione gli negava. Nondimeno, non stimando l’onore, come avemo detto, cedeva all’apetito in cose vilissime. Imperò, giá tal cosa essendovi manifesta, lassarò di contemplare a voi soli e senza darvi esempio, per essere cosa manifesta. E, descendendo per li gradi di sua natura, per certo averei de dire molto de la sua volubilitá; ma, perch’io