di sorte che imbratta il loco: poscia, tornando il tasso e trovando il fosso puzzolente, il fugge abbandonandolo; il che vedendo, la volpe vi entra drento. Ecco l’astuzia de la volpe, a cui si assimiglia summamente la donna. Percioché quanti onorevoli palaggi imbrata dove entra! De l’altre sue astuzie non raggiono, perché son certo che voi sappete quante volte si fa morta, come la volpe, per ingannare altrui. Pertanto dico che la donna molto simiglia alla volpe, per essere ingegnosa nel male, come la volpe. La donna sempre studia in rapina come la volpe, perciò è degna di odio, benché gli è incauta de la sua salute, mentre che studia all’inganno, perciò merita essere chiamata «volpe». Pertanto vi dico che la donna è animale troppo impaziente, pieno di rissa e duoli, i quali col proprio nome dimandarne «astuzie». Sí che la donna, essendo astuta e piena d’inganni, si dimanda «astuta». Pertanto, astuzia essendo la sua dote, gli è cosa conveniente che dechiaramo questa astuzia. Perché gli è quel coltelo tagliente, che taglia la carne a l’omo e nervi a le ossa. Perciò sappiate che la astuzia non è altro che la escusazione di cose ingiuste, il che è atto de ingiuriar altrui, ed è la proprietá di volpe e di donna, di donna e di volpe. E sappiate che l’astuzia si conosce in tre modi. Il primo modo è la grazia occulta, secondo è il favore ventoso, il terzo modo è vano desiderio de piú cose. Imperò la volpe e donna, per natura astutamente si sforcia di offendere, apertamente incrudelisse, benché si scende alcuna volta, e studiosamente, per offenderci; ma sappiate che chi si guarda d’una freza ascosta overo lontana, manco l’offende; la spada tagliente da vicino, overo chi si diffónde da vicino d’un ferro accuto, molto piú si diffende d’una saeta che sta lontano. Sí che state lontano dalla donna, perché d’apresso non vi offenderá; e, d’apresso guardandovi, di lontano non vi potrá far noia alcuna. E piú vi dico che l’astuzia è titolo di volpe, e forza è di leone: de’ quali uno possedè la donna, e l’altro si sforza di conseguire. Pertanto ve aviso che piú vi guardate di astuzia de la vostra donna che dil laberinto dil vostro inimico, percioché questo è manifesto e quel altro non si vede, imperò, se vi guardarete dalle dolci