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angoscia 109


denunzia li affetti del core; e di parole alcune sonno basse, alcune alte ed alcune son mediocre. Di sorte che le parole ornate e piene di dolcezza percoteno il cuore alle volte d’una piaga insanabile. Perché ho udito spesso gli amanti a dire: — Oh, che parole son quelle che m’hanno morto! — Le parole penetrano non solo il cuore umano, ma ancor quel di fère selvagge, anzi un cuore adamantino spezzano le dolci, le soave, l’amorose e le piacevoli parole. Le parole alte amorose vi sono: diversi canti e canzone, le quali quanto offendeno i puri animi, spezialmente quando passano per un suave organo, son certo che il sappete, percioché odete, come io, sonar diversi stromenti con dolce canto appresso; il che non tanto i gioveni fa precipitare, ma questi ancora che giá hanno posto un piede nella scura fossa. Oh parte venenose, parole aspre, parole mortali! Nondimeno non trovo amante che si cura di ricevere infiniti colpi mortali di tal arme della sua donna, quando se trova ciecato del suo amore. Cenni son quelli motteggiamenti, che fa la donna col capo, con le ciglia e palpebre, col muso. E cenno d’occhio gli è quello che m’ha morto! O arme occulte, arme coperte, arme nascoste, quanto sete nocive, percioché quanto un cenno è piú accorto, tanto piú aspramente percuote. E, se di ciò vi volete acertare appieno, oggi praticate un loco pio, dimane un altro sacro, poi dimane andate alla indulgenza: trovarete assai piú che non vi dico. Di risi e sguardi non so quel ch’io debbia dirvi, percioché da per voi vedete che tutte le donne studiano di conciare la bocca per ridere aggraziatamente, acciò il suo riso piaccia a ciascuno. O riso inetto, riso sciocco, riso doloroso, quanto sei acuto dardo per impiagare un cuor sincero! Tu, donna malvagia, so che ’l sai. Il sguardo, col quale mira la donna, balestrando gioveni e vecchi per poter ferire alcuno, dico che gli è la prima arma, che, senza avedersi, passa un cuor giovenile, anzi senile, perché oggi li vecchi son piú pazzi di qual vòi lascivo giovene. Oh sguardo serpentino! Quanto sarebbe meglio che la donna fosse priva degli occhi, perché non perirebbono tanti, quanti periscono dal suo sguardo. Né perciò vi voglio raccontare favole, overe istorie antiche, perché voi