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angoscia 105


vi disponeno l’alma alla venenosa lascivia, vi menano alla povertá, ve guidano nel morbo incurabile; di sorte quanti amanti furono mai, sono e seranno, con piedi suoi a’ piedi della pomposa donna sono andati, vanno ed andaranno. Sí che i piedi finalmente chi scioglieno dal venenoso amore, e chi intricano piú di laccio, nodato in infinite maglie di quella rete, in cui incappano savi e matti.

Poiché ebbe udito l’amoroso Nifo l’officio della donna e la proprietá della sua pompa, come uomo che contempla le cose del mondo e de vanitá, oggi non vizio, ma virtú singolare, dimanda: — La donna, per essere pomposa, di che trionfa? percioché la pompa ha trionfi, e trionfi alla pompa convengono. — Oh! doloroso trionfo, trionfo dannabile, trionfo mortifero, trionfo pieno di veneno, trionfo finalmente cagion della infamia nostra! E di ciò vi fa testimonianza Argirio, il quale non ebbe altro, d’uomo, che la barba: tanto era feminile. Taccio Sardanapalo, Giulio Cesare, Aristagora e molti altri, per non dare maggiore infamia a l’uomo che ha. Quando il vecchio Socrate, doppo breve taciturnitá, in cotal modo disse: — La donna con la sua pompa trionfa non d’altro, salvo di dolci cuori de’ suoi amanti. — Oh parola orrenda! Oh spaventevole pronuncia! Oh dannosa impresa! Ma piú dannoso il fatto; poiché il trionfo d’una donna gli è il cuor dolce, cuor soave, cuor benigno, cuor piatoso, cuor finalmente piú suave d’ogni cibo dolcissimo. Ma, perché non si può intendere la grandezza di questo trionfo, se non si conosce la generosa dolcezza del cuore umano, imperò, per manifestarlo chiaramente al mondo, convien che dechiariamo che cosa è il cuore, e quali sono le sue proprietá, perché cosí si conoscerá piú facilmente quanto è grande questo glorioso trionfo. Il cuore ne l’uomo è quel membro, il quale è primo a essere generato. Perciò questo membro avanza ciascuno altro membro di nobiltá, per essere quello in cui pose Iddio il spirito vitale: in egli ancora vi sta il calor naturale, il quale governa tutto il corpo insino che piace a Dio; egli è cagion d’ogni nostra operazione; egli discerne il vero dal falso; egli modera tutte le vertú del corpo; egli pate maggior passione di ciascuna altra parte. Le proprietá del cuore