portarete collera, ma lo pigliarete in buona parte, e terrete per fermo, come gli è il vero, ch’io l’abbia fatto a fine di bene, per riparare, s’io posso, ad alcune parti non cosí buone, che, fra molte virtú, veggio indegnamente mescolarsi in alcune di voi; accioché ne nasca di questo, che voi, scacciato via quel che non è cosí buono, rimaniate in quella perfezzione ne la quale la natura v’ha create. E, se ben questi tai mancamenti, ch’io dico essere in alcune di voi, non sono cose a la fine di molto grande importanzia, nondimeno chi vuol dir male a ogni minima cosa si appicca, e l’ammaia di sorte, mescolando il vero con il verisimile, che fa ogni minima cosa parer grandissima. E per questo hanno da far gran conto le donne, che ogni minima macchiarella, che si veggono adosso, si spenga piú che si può, accioché la bellezza de l’anima e del corpo loro luca chiarissima, senza coperta di velo alcuno. Ed io, questo conoscendo, sono stato sforzato da l’amor ch’io vi porto di ingegnarmi di ripararci con quel ch’io posso. E, per non notar particularmente quelle donne, ch’io conosco averne bisogno, io indrizzo il mio Dialogo a tutte voi, donne nobilissime, perch’io so molto bene che quelle, che si sentiran non averne mestieri, potranno stimare che non sia stato mandato a loro; e de le altre poi ciascuna potrá pigliarne quel che li pará che le si convenga, e lassare il resto a le altre di mano in mano. Nel qual Dialogo, con le ragioni che intenderete, si potrá conoscere apertamente la vita e i modi, che si apartengono ad una donna giovane, nobile e bella. E, se per sorte, donne mie, vi accaderá mai di leggerlo a la presenza di alcuni di questi maligni, i quali, fra le altre bugie che dicano di voi donne, sogliano affermare che ne l’animo de le donne non si posson creare mai gran concetti e sentenzie profonde e di giudicio, ma solamente discorsi frivoli e snervati; e per questo, parendoli questo Dialogo pieno di utilissimi consigli, vorran dire che sia impossibile che sia nato da una donna, chiamata madonna Raffaella, come io lo presupponga: a questi tali, ancor che non meritin risposta, nondimeno voglio esser tanto cortese di offerirvi che voi respondiate a loro, da parte mia, che io ad ogni lor volontá gli vo’ provar con moltissime ragioni ed essempi infiniti che s’ingannano di longo, e che le donne posson discorrere e giudicare, consigliare e proveder in qualsivoglia caso d’importanza cosí ben come gli uomini; e, se vantaggio ci è, è in esse. E questo diteglielo arditamente, perch’io, aiutato dal vero, mi sento bastantissimo a farlo: pessimi, maligni, scandalosi