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Raverta. Di grazia, raccontatela; ch’anch’io vi prometto poi dirvi d’una giovane, la quale non ha molto tempo che per troppo amore si mori, ove insieme si vedrá la crudeltá d’un altro uomo.

Baffa. Per udire la vostra, dirovvi la mia con quelle istesse compassionevoli parole che me la scrisse il nostro messer Anton Francesco Doni; e però uditela da me come cosa di lui.

Fu al tempo del signor Alessandro de’ Medici, duca di Fiorenza, il quale a’ giorni suoi superò di sentenze tutti i savi e di costumi e di bontá vinse le leggi, una giovane bella e d’onesta famiglia, maritata ad un suo cortigiano, il quale, come sogliono fare la maggior parte, teneva una femina detta Muda, se ben mi ricorda, né mai da questa rea figliuolo alcuno avea potuto avere. Piacque a Dio dargliene uno della sua bella d’animo, e di corpo chiara consorte: dove alla femina, che nella medesima abitazione stava, fortemente coceva, e tanto operò con suoi malefici e tristizie, che converti in grande odio il maritale affetto. Talché, messa da lui la sua buona consorte in parte della casa ad allevare il suo picciolo figliuolo, senza pur mai vederla, la faceva dimorare. E, seguitando ogni giorno e facendosi maggiore il veleno nel petto di lui per il cattivo operare della femina, passato circa due o tre anni, ebbe ardire non solo villaneggiarla di parole, ma di batterla: dico questa iniqua, la tanto bella giovane...

Raverta. So che questa cosa fu lunga.

Domenichi. Aspettate, ché anco non incomincia il principio delle calamitá dell’una e delle crudeltá dell’altra.

Raverta. Forse lo sapete voi?

Domenichi. Ben sapete, ma seguite pure, ché in vero è compassionevole.

Baffa. ... Sopportava costei, per non dispiacere a lui, ogni cosa in pazienzia, avendo fede che un giorno Iddio vedesse il suo tormento, giá tanto tempo tolerato. Era superbo questo suo consorte, né sarebbe stato alcuno ardito a dirgliene parola. E si ridusse a tale, ch’altra persona non lo serviva che la rea femina, né alcuno abitava in casa sua, se non essi tre e ’l figliuolino che, giá grandicello, favellava il tutto. ...