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fu pervenuta; e quivi, mandato fuori uno altissimo strido, sopra il morto giovane si gittò col suo viso, il quale non bagnò di molte lagrime, percioché prima noi toccò che, come al giovane il dolore la vita avea tolta, cosí a costei tolse.» Si che considerate da questo, se non vero, ma verisimile essempio, l’amante poter morire. Però tanto non si può tassare la crudeltá delle donne, che non sia anco molto piti. Dico di quelle, le quali, vedendosi dinanzi un misero amante languire, indurate piú che l’Alpi all’aura, e piú crudeli che tigri ircane, non curano l’altrui dolore, né pensano un cattivello amante per troppo amarle poter morire. Veramente a ciò dovrebbono le genti prò vedere, perché qual piú crudele omicida si trova d’una donna ingrata? Ché, se talora uno uomo torrá la vita a un altro, lo fará a caso e, se non a caso, per oltraggio ricevuto. Ma voi altre che pensatamente uccidete chi v’ama, chi vi serve e chi v’adora, e chi con un minimo cenno potete trar da morte a vita, vi contentate e perseverate con la vostra durezza in dargli morte! Vi dovrebbe pur movere la naturale compassione, se non altro, che da natura deve essere con noi. Diventate compassionevoli e non siate tanto indurate, che poi la pietá vostra non giovi ad altri e nuoccia a voi, come nocque alla Salvestra, la quale tardi divenne pietosa. Onde, data prima la morte con la sua crudeltá a chi tanto l’amava, a se medesima la procacciò ancora. Perché, signora Francesca, senza tanti essempi, si conosce pur troppo apertamente la crudeltá delle donne, ed uno amante per soverchio amore poter morire.
Baffa. Voi tassate tanto noi altre donne di crudeltá, che meglio sarebbe tacerne; perché chi sapesse intieramente quelle di voi altri uomini, confesserebbe voi ingrati e crudelissimi, e noi cortese e pietosissime. E, se non fosse ch’io non voglio spendere tutto oggi in raccontare istorie ed essempi, ve ne conterei infinite, e tra l’altre una crudeltá usata da un marito a sua moglie, intravenuta pure a’ giorni nostri, la quale è si fatta, che ben sarebbe crudelissimo quel cuore e privi d’amore quegli occhi che, udendola, non si movessero a pietá e restassero asciutti di lagrime.