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amore, e rari per dolore; ma per subita e non sperata allegrezza, molti.

Domenichi. Per allegrezza infiniti son morti, come si legge di Sofocle e di Dionisio tiranno in Sicilia, che morirono in un subito, ricevuta dell’uno e dell’altro la nuova della tragica vittoria. E quella madre parimente, veduto il figliuolo ritornar salvo dal conflitto di Canne, subito spirò. Iuvenzio Talva e Filomene vissero negli affanni e morirono d’allegrezza. E questo nasce, perché il cuor nostro è assalito da subito impeto e tanto lieto, che tutti i vapori e ’l sangue e vigore si parte e corre al cuore, di maniera che, a guisa di fumo, quello affogano che non può avere onde respirare. Ma per amore ne moiono piú rari, per questo ch’io vi dirò. Amore, benché sia potentissima passione, è continua in noi; laonde, quasi, e senza quasi, sempre patendo, se la passione non ci assale cosí impetuosamente che non possa avere onde respirare di minimo conforto, l’aura vitale cosí di leggiero non ci abbandona. E che sia vero, discorrete, non a guisa di novella, ma si come vero essempio, il caso di Girolamo e della Salvestra, il quale, «raccolto in un pensiero il lungo amor portatole e la presente durezza di lei e la perduta speranza, deliberò di piú non vivere, e, ristretti in se gli spiriti, senza alcun motto fare, chiuse le pugna, a lato a lei si mori».

Baffa. Fu forse per dolore.

Domenichi. Ad ogni modo fu per dolore e non per gioia, ma la principal cagion fu per amore. Perché cosí impetuoso dolore lo assali, che gli spiriti, ristretti insieme e corsi al cuore per quello aiutare, prima gelarono e mancarono. Perché l’ultimo degli spiriti è il cuore, che, come piú nobile, piú vive in noi, e, mancato quello, tutti gli altri membri mancano. Che direte poi della Salvestra? La quale, assalita di subito dolore, si come dice il Boccaccio, «quel cuore, il quale la lieta fortuna di Girolamo non avea potuto aprire, la misera lo aperse, e l’antiche fiamme risuscitatevi tutte subitamente, mutò in tanta pietá, come ella il viso morto vide, che sotto il mantello chiusa, tra donna e donna mettendosi, non ristette prima che al corpo