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Baffa. A me pare il contrario, essendo la donna di piú dolce e delicata complessione che l’uomo non è. Però ama piú ardentemente, e piú facilmente s’infiamma, non essendo molto difficile a uno uomo l’allacciare una donna: la quale impetuosamente con uno ardente zelo, subito credendo il tutto, ama ardentemente ed in sé tenendo le fiamme amorose, (le quali quanto piú di forza abbiano che le palesi, coloro sei sanno che l’hanno provate e provano tuttavia) non avendo, per téma e vergogna, possa di scovrirle, senza fine resta infiammata. Si che, senza dubbio, deH’amar piú ferventemente a noi si conviene il primo loco.

Domenichi. Anzi no, perché per lo piú simulate.

Baffa. Non parlo di quelle che fingono. Ora si dice e si presume che amino: onde, amando, dico essere piú fervente l’amor della donna.

Domenichi. Fate il debito vostro a difendere le ragioni che v’appartengono. Ma vi dico: che piú ardente è l’amor nostro, si come è piú resistente l’animo prima che s’allacci, ed udite queste ragioni...

Baffa. Non passate piú innanzi, ché so eh’ io sarei sforzata a cedervi; ma voglio far che da voi stesso, in un altro dubbio, di questo vi chiamarete il torto, e confessarete la donna amare con piú fervore, quando ama. Ed è minor male ch’io vi proponga questo altro, perché o me gli affermarete tutti due o almeno uno. Che me gli neghiate tutti due non credo io, perché le ragioni non sarebbono conformi. Lá dove che, facendovi forse questo buono, mi neghereste anco quest’altro: chi è piú costante l’uomo o la donna?

Domenichi. L’uomo.

Baffa. Per qual ragione?

Domenichi. La ragione è la medesima che io vi dissi dianzi: perché l’uomo è piú perfetto, ed, essendo piú perfetto, è piú costante.

Baffa. Questo non vi confirmarò giá io, perché, s’io vorrò andar dietro le perfezzioni, potrò negarvi quanto dite con ragion naturale. E dirò che, essendo l’uomo piú caldo, da quella qualitá convien pigliar leggierezza ed instabilitá. Ma non voglio che