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i - il raverta | 43 |
loro, che è Iddio, lo amano, sí come quegli che solo per lui sono, e ponno essere, perfetti e beati. E però di qui si può chiaramente comprendere quale sia l’amor d’iddio verso noi, che non è per altro, eccetto che per farne parte di quello che ne manca. Cosí noi, amando Iddio, noi medesimi amiamo. E chi veramente ama le cose celesti ed a quelle si drizza, ama la sua salute e cerca di esser fatto partecipe del vero bello. Tale viene ad essere lo amor nostro verso Iddio.
Baffa. Per ascendere dunque a quella contemplazion divina e per aver cognizione di questa beltá celeste, qual via dobbiamo noi tenere?
Raverta. Credo ch’abbiate inteso quale sia il vero nostro amore tra noi, cioè dell’uno verso l’altro, e che, volendo ascendere a piú sublime altezza, è necessario ch’avendo noi cognizione del vero nostro amore, non ci fermiamo solamente in queste bellezze. Ma, avendo formati gli occhi, l’orecchie e la mente nell’anima intellettuale, che dal pensar le bellezze dell’anima dell’amato piú oltra passiamo, e, rivolgendo quelle in noi, piú solleviamo la mente, e, in tale considerazione stando, pensare onde abbiano principio e quale sia la loro origine. E, mentre che in ciò si dimora, di mano in mano vi s’appresenta Iddio, somma sapienza e datore di quella. Onde l’uomo, mosso da quello affetto d’averne cognizione e di esser fatto partecipe di quella, con riverenza ama Iddio, veggendo lui esser la fontana ed origine di tutte le vere bellezze. E, sí come gli occhi intellettuali nel contemplare le vere bellezze dell’anima sono invisibili, così, contemplando e desiderando godere la bellezza celeste, vi s’aggiungono ali e fannosi spirituali. Ed in questa contemplazione l’anima resta astratta, e cosí va errando, fin tanto che l’è concesso uscir fuora di questa prigione. E si come amante del sommo bene e della vera bellezza, in contemplazione avendo sempre conosciuto Iddio vera cagione della perfetta bellezza, e sempre avendo desiderato d’esserne fatta partecipe, volentieri questo misero corpo abbandona, attendendo l’ora e ’l punto che possa unirsi a quel sommo bello e di quella vera contentezza fruire. Onde la contentezza che desiderano