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40 | trattati d'amore del cinquecento |
sapienza. E non si dirá solamente Iddio sapiente, perché in lui sia la prima sapienza, ma chiamerassi fontana ed origine di quella e del tutto, senza avere precedenzia alcuna, né origine o principio sopra principio. Perché mai non incominciò né mai avrá fine. Onde la sua sapienza, da sè derivante, rende il tutto bello. E ci sono tre gradi di bellezza: l’autore, quella e il partecipante; e chiamasi «bello bellificante», «bellezza» e «bello bellificato». Bello bellificante è il Padre, cioè il sommo Iddio, autore e produttore di quella ed esso tutto, dal quale ella deriva. Èvvi la bellezza, la quale sua bellezza è la sua somma sapienza, constituita e figurata per il Figliuolo, e pure in sè, ché sono due in uno. Bello bellificato è tutto il mondo applicato allo spirito; le quali tre cose sono tre ed una sola. E questo bello bellificato è Amore, cioè pur lo Spirito santo. E figurate questa dichiarazione nel sole, vicario di Dio; nel quale si comprendono tre cose: prima essa forma sola, secondo lo splendore, terzo il calore. Al primo s’attribuisce la potenzia del Padre, al secondo la sapienza del Figliuolo, i quali due, fatti uno, partoriscono lo Amore, cioè lo Spirito santo; il quale misterio è impossibile dichiararsi da lingua umana, e meglio si comprende nell’anima e nella mente spiritualmente, perché questi sono tre in uno, sí come di ciò parla Dante dicendo:
Nel su’ profondo vidi che s’interna,
legato con amore in un volume,
ciò che per l’universo si squaterna:
sostanza, ed accidente, e lor costume,
tutti conflati insieme per tal modo,
che ciò ch’i’ dico è un semplice lume.
E poco da poi:
Ne la profonda e chiara subsistenza
de l’alto lume, parvemi tre giri
di tre colori ed una continenza.
E quello che di ciò ne segue.
Baffa. Non passate neanco piú inanzi, perché a sofficienza comprendo il dir vostro meglio con la mente che per le formate