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«presenta», «cornici» per «cornacchie», «dei», «dello», «della» per «dai», «dallo», «dalla», «dependenzia», «émpito» per «impeto», «ogniuno» sempre per «ognuno», «risguardare» e «risguardo» sempre per «riguardare» e «riguardo», «tassare» per «biasimare», «téma» per «timore», «traposta» per «frapposta»; e ancora «suggetto», «supplimento», «utre», ecc. Inoltre vennero conservate le forme verbali «apprezze» per «apprezzi» e simili, «faccino» per «facciano», «puoté», «ponno» per «potè», «possono», e «séte» sempre per «siete». Ma il Betussi, che è costante nelle forme surriferite, è incostantissimo nell’uso delle forme linguistiche e grammaticali pili comuni. E questa sua ineguaglianza è stata sempre rispettata, quando fosse confortata dalla collazione delle varie edizioni. Cosi rimase «absente» e «assente», «advertita» e «avvertita», «arrossare» e «arrossire», «baciare» e «basciare», «biasimare» e «biasmare», «continua» e «continova», «muovere» e «movere», «nuovo» e «novo», «nuoccia» e «noccia», «offerire» e «offrire», «oltra» e «oltre», «operare» e «oprare», «potenza» e «potenzia», «risolvere» e «rissolvere», «scuoprire» e «scovrire», «sovragiungere» e «sovragiugnere», «spiritale» e «spirituale», «sofficiente» e «sufficiente»: inoltre le forme varie di «dovere» e «devere» nell’infinito e nelle forme derivate, e del verbo «avere»: «averei», «avrei», «arei», «avemo», ecc. Gli errori materiali di stampa, che via via vennero corretti, è inutile che qui vengano riferiti: è opportuno invece indicare le poche correzioni o variazioni che sono state introdotte nel testo. A p. n, r. 31 venne aggiunto alla forma veneta «Dressino» il corrispondente «[Trissino]»; p. 13, r. 16 «del» per «dal»; p. 53, r. 20 «e d’altri» per «ed altri»; p. 113, r. 33 «lo» per «le»; p. 114, r. 11 «dall’anima e dal core» per «dell’anima e del core»; p. 116, r. 34 «Ruggieri» per «Ruggiero»; p. 117, r. 2 «dai» per «dei»; p. 121, r. 2 aggiunto «il re» prima di «pose»; p. 132, r. 5 «vello» per «velo»; p. 133, r. 31 ho preferita l’espressione dell’ultima edizione: «Questo caso non m’è niente spiaciuto» all’altra della prima: «Questa cosa non m’è niente spiaciuta»; p. 149, r. 8 «all’opra» per «dell’opra». Le citazioni di Dante collazionai e corressi di sull’edizione landiniana, quelle del Petrarca di sul testo del Vellutello e quelle dell’Ariosto uniformai all’edizione del 1532.

Un articolo dei suoi Scrittori d’Italia dedicò dapprima a Giuseppe Betussi il Mazzuchelli (n, rioo, 1339): quindi il Yerci ne