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speglio, dove doppia divinitá si contempla e discerne, da lui tolta per guida ed in ogni luogo celebrata, i cui onori sarebbono degna fatica del felicissimo stile del buon Varchi o d’altro tale? Chi sará mai quello (e non sia chi m’interrompa) che possa lui riprendere o dire che ingiusta elezzione abbia fatto nello sceglier in Modona per simulacro ed idolo de’ suoi sudori, amando, onorando, osservando e celebrando insieme col signor Lodovico Domenichi, la bellissima (ché cosí posso dire) signora Lucia Bertana, cognata dell’illustrissimo e reverendissimo di Fano? la cui bellezza, la cui virtú, il cui valore ed i cui meriti sono tali, che chi confessar vuole ch’ella pochissime altre pari abbia, nel bello di lei si specchi e dal suo animo essempio pigli. E chi volesse a pieno spiegare gli onori di cosí eccelsa e magnanima donna, oltre che mai non si verrebbe a fine, tempo non avrei di ricordare la magnifica e nobile madonna Lisabetta Zorzi, madre del nostro virtuosissimo ed eccellentissimo messer Alessandro Campesano, la quale, non meno che gemma preziosissima adorni finissimo oro in cui sia legata, cosí fa risplendere la patria del mio bassanese con la rara modestia, con la nobile creanza, cogli ottimi costumi e con l’altre rare qualitá, che la fanno riguardevole ed amabile appresso ciascuno. Chi sará poi, per non dare al bassanese solo tanto onore, di cosí rea openione che chiami vano lo speglio, nel quale noi apertamente possiamo veder l’essempio delle anime celesti, che abbiamo qui innanzi della signora Leonora?

Leonora. Mettete silenzio, di grazia, a questo passo, se non volete che vi sia tolto tutto il credito che, per l’altre, di merito vi si debbe dare. E, se ciò non vi muove, muovavi almeno la palese ingiuria che mi fate.

Capello. Ingiuria questa non è, né io alla veritá debbo levare il suo dritto. Onde chiamerò sempre fortunato il signor Giovan Giorgio, che, in quel tanto di peregrinare che a lui è stato dato quaggiú, ha avuto in sorte ed in elezzione di essere congiunto con quelle vere bellezze, che di quelle di lá su fanno chiara fede.

Leonora. Non sopporterò piú oltre, signor Bernardo. E, levandomi, tutto il fine del nostro ragionamento resterá imperfetto.