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al vizio che inclinati alla virtú ed all’opere buone, s’egli aviene che siamo dritti e che cresciamo licenziosamente senza pigliar i primi principi onesti e buoni, difficilmente si può mutare tal abito, che in natura si converte. Noi siamo come cera tenera e molle, che piglia l’impronto d’ogni sigillo; o, per dir meglio, come tenera verga, quale, mentre cresce, può l’uomo piegarla com’ei vuole: il che cosí non aviene essendo cresciuta ed indurata. E ch’egli il vero sia che tutti noi possiamo esser atti a divenir belli e saggi, considerate al nascimento di due cani generati da un istesso padre e partoriti da una medesima madre. L’uno, secondo che gli porge l’instinto naturale, è lasciato gire al macello e diviene odioso, sprezzato e scacciato da ognuno e non è chi lo miri. L’altro, nodrito in casa ed allevato domesticamente, in tutto piglia costumi differenti dalla propria natura e fassi diverso dal primo. Per questi essempi e per altre considerazioni facilmente si può argomentare quanto la buona educazione importi. Ma, avendo altri e sopra tutti il dotto signor Alessandro Piccoluomini di questa istituzione, a benificio comune, scritto, dagli utili scritti suoi, tratti dal fonte di filosofia, lascerò che il modo ognuno apprenda. E, passando altrove, dirò che, essendo noi stati bene allevati fino agli anni della cognizione da’ parenti nostri, incominciando poscia da noi ad oprare, veniamo ad apprendere tutte le virtú che belli ci rendono, e, con ansia desiderando conseguirle, questa vita ci par breve e l’ozio non ci viene ad occupare. Il che perfettamente s’è conosciuto e si vede (ché degli uomini lascierò a voi altri fare scelta) nella signora Lavinia Sanvitale Sforza, la quale, allevata secondo la nobiltá del chiaro sangue onde è uscita, negli anni poi di poter far frutto ha mostrato e continuamente mostra di quanta bellezza e di quanta grandezza d’animo sia stata dotata. Perché in lei le virtú risplendono e di quelle è cosí ricca posseditrice, che ne può far parte altrui. Ella sa dispensare con giudicio ne’ cuori de’ virtuosi i beni di fortuna, e sa discernere ed essequire quelle parti che dal vulgo ci allontanano e ci rendono, appresso i saggi ed i pochi, riguardevoli e belle. Opera ella talmente, che rare possono imitarla e molte invidiarla. E questa ed altretali