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gusto, né per l’odorato, della veritá di quella non si può partecipare; attento che né le temperate qualitá, né i dilettevoli tatti venerei, né i dolci sapori, né i soavi odori non si possono dir belli, né si debbono giudicar che abbiano cognizione del bello; ma solamente i due superiori vagliono, i quali poi destano la mente alla considerazione della bellezza spirituale ed astratta dal corpo. Onde, possendo noi divenir cosí fatti, dobbiamo con ogni sforzo imitar i costumi, le maniere e le vestigia di chi tali veggiamo, ed a questi essere sempre intenti amandogli, osservandogli e riverendogli; come, per essempio, la signora Issabella Riaria de’ Pepoli, donna di cosí raro spirito e di tante virtú ripiena, ch’io certa sono poter dirvi che non si debbono sdegnare tutte l’altre donne pigliar norma da lei. Ella non solamente è dotata di molte arti liberali a magnanima e nobile donna appartenenti, ma eziandio di molte virtú morali, tacendo della presenzia reale, che seco apporta onore e riverenzia. Queste sono le bellezze amabili e grate a Dio ed agli uomini, nascoste al vulgo ed alle genti basse, che non entrano in questa rara schiera, né discernono il meglio dal peggio; le quali, si come vere e maggiori delle caduche e visive, consistono nelle parti dell’anima, che sono piú elevate dal corpo: come prima nell’imaginativa con le belle fantasie, con i pensieri e con l’invenzioni; e piú nella ragione intellettiva, separata dalla materia, con i belli studi, con le arti, con gli atti, con gli abiti virtuosi e con le scienzie; e piú perfettamente nella mente astratta con la prima sapienzia umana, la quale è vera imagine della somma bellezza.
Bassanese. Deh, graziosissima signora, seguite, mostrandoci la via ed i termini da pervenire a tanto bene ! Perché, nascendo noi teneri ed imbecilli ed essendo la vita nostra breve, parmi che tanto tempo perdiamo, anzi che agli anni della cognizione perfetta perveniamo, che poco spazio di tempo ci resta per poter tali divenire.
Leonora. L’educazione a ciò importa assai. I padri e le madri di questo beneficio e di questa perdita sono molte volte cagioni. Conciosiaché, nascendo noi per natura piú tosto atti