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il corpo purgato e mondo, ma nelle cattive perde la grazia divina: non piú anima, ma spirito immondo rimane. Quinci l’utile che si può conseguire si perde, e l’utile è questo: noi, mentre peregriniamo in questa spoglia e sotto questo terreno incarco, siamo piú atti a lasciarci vincere dalle terrene delizie che sofficienti a svilupparci da quelle. Però per lo piú aviene che, sepolti in queste vanitá, lá dove potremmo conseguire l’utile, vegniamo a perderlo. Ché, se bene la beatitudine non si può conseguire se non sciolta l’alma dal corpo, nondimeno non resta che anco qua giú non si possa aver parte di felicitá, la quale tutta deriva dal conoscimento dell’operare il bene o il male, ché per l’uno si viene a far acquisto dell’utile, e per l’altro si procaccia doppio danno: doppio, in quanto a questo mondo e poi all’altro secolo.

Lambertini. Perché lo ragionamento vostro mi pare giá essere un altro divenuto, desidero, anzi che piú oltre passiate, che non v’incresca ch’io faccia un breve epilogo sopra la sustanzia di quello, accioché sempre abbia a ricordarmi di questo fruttuoso e felicissimo giorno.

Leonora. Molto volentieri. Anzi scemerete a me questa fatica. Percioché, per la variazione che abbiamo fatta, io ero deliberata succintamente il tutto o le parti piú necessarie ripigliare.

Lambertini. Piacemi ciò doppiamente. La vera bellezza adunque nostra, lasciando quella degli angeli, da Dio fu nell’anima nostra infusa, la quale, da lui partendosi, viene ad abitare in questi corpi per dar loro quella perfezzione ch’eglino da sé non possono avere. Percioché ella non è solamente vegetativa né intellettuale, ma razionai e contemplativa, a differenzia delle anime degli animali brutti. Onde, se drizziamo quella alle cose celesti o vero alle virtú morali, non solamente la tegniamo purgata, ma il corpo anco vegniamo ad abbellire. Se poi lasciamo che il senso e l’appetito domini, ella corrotta ed i corpi vili ed abbietti vengono a farsi, e, perdendo anco la virtú intellettuale, meno viene ad essere che quella delle bestie. Ed accioché possiamo meglio conseguire questo dono di bellezza, gratissima a