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Arena. Udite, di grazia. Non poteva cosí mandarvi la natura angelica, come creare l’uomo; ché io so che alla creazione dell’uomo volete venire?

Leonora. Poteva si, ma non volle. E la ragione per la quale non gli piacque, come nel principio vi dissi, giudico fosse perché, mandandovi alcuno spirito beato, era un levarlo da troppo gran luce, come è la sua cosí immensa, e porlo in troppo oscure tenebre. Per questo volle far l’uomo, il quale, composto di tutte cose corruttibili, avesse da patire e da partecipare di tutti gli influssi celesti e mondani. Poi volle aggiungervi l’anima, la qual, tolta da lui, che è immortale, ed all’ immortale dovendo col tempo ritornare, potesse aver cognizione si delle cose del mondo come di quelle del cielo, e, conoscendo il meglio ed il peggio, si come piú al sensuale o al contemplativo venisse ad accostarsi, si come piú ai vizi o alle virtú ad inclinarsi, cosí il corpo di brutto bello, e l’anima di bella in deforme venisse a cangiarsi.

Arena. Dichiaratici un poco meglio cotesta partizione ed unione d’anima e de’ corpi, percioché, a quanto io posso comprendere, parmi che di qui incominci la nostra bellezza e la nostra deformitá.

Leonora. Bene avete detto che quinci hanno origine le nostre bellezze, attento che, acciò meglio m’intendiate, l’anima l’abbiamo da Iddio ed il corpo dalla natura: l’una è perfetta e l’altro tutto imperfetto. La perfezzione della prima può fare perfetto il mancante, e la imperfezzione del secondo può far nascere mancamento nella perfetta, si come l’una o l’uno piú s’aderisce all’altro o all’altra. Come sarebbe, per modo d’esseinpio, se, pigliando il fradicio d’un pomo e quello levandolo e girandolo, del buono vorremo farne conserva, facilmente, mettendolo in luogo buono, il ridurremo a salvezza. Cosi all’incontro, se non cercheremo rimoverne il cattivo, ei verrá ad infettare il buono, e diverrá tutto guasto. Vengo a dire che, se l’anima vorrá levarsi al cielo, onde è stata tolta e di dove fu la sua partenza, e non si lasciar vincere dal sensuale di queste vane voluttá, verrá a purificare ed a fare piú bello il corpo che non