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fini tende. Imperoché, amando alcuno con proposito di prenderlo per marito, bisogna che tu abbia mille avertenze: alla robba primieramente, al sangue, alla etá, alla fama, ai parenti, alle compagnie, alla professione, s’egli vuol moglie ed a mille altre particolaritá, le quali di rado è che tutte col tuo amore si riscontrino o col voler de’ tuoi maggiori. Anzi tu vedi che molto spesso si pigliano mariti, per aver rispetto a tante condizioni, che non s’hanno pur mai veduti ; dove in uno amante tu non consideri se non ch’egli ti piaccia, benché, come giá t’ho detto, sia bene anco in un amante avere, chi può, alcuna di queste considerazioni, ma non cosí in tutto necessaria. E, per dirti piú chiaro, tu sai che amore è un fuoco che in un subito per gli occhi al cuor discende. Se cosí è, come possiamo noi aver, cosí in un tratto, minuto risguardo a tante parti? E, come sai, noi non possiamo amare e disamare a nostra voglia, ma tutto è in disposizione di chi ci governa. E, quando aviene che una giovane, che lungamente abbia amato uno con animo di pigliarselo per marito, e, per difetto d’alcuna di quelle parti, il parentado non si conchiude ed ella resta priva di speranza di poterlo avere, a che termine si dee ella trovare?

Maddalena. Amilo allora come amante, e tale cerchi godersilo.

Coppina . Poco cervello, che t’ho io detto?

Maddalena. Non so.

Coppina. Ti è levata la via di fargli piú alcuno dei favori che infin allora gli hai fatti, non che ti sia dato facultá di trovarti seco.

Maddalena. Quando una giovane, o per propria elezzione o per caso, amasse uno il quale con alcuna ragione le potesse esser negato in matrimonio, succedendo che l’avesse, non potrebbe ella riputarsi felice?

Coppina. D’altro sapore è il giogo maritale, d’altro è il nodo amoroso; e si possono assomigliare questo alla primavera, l’altro alla state: l’una di piaceri, di diletti e di soavitá piena, l’altra di fatiche e di noie, temperate però da quel poco di utile che se ne trae. Ed acciò con le tue armi io ti vinca, essendo