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16 | trattati d'amore del cinquecento |
bellezza sono gli occhi, ai quali, per l’acuta visione ch’è in loro, prima si rappresenta la forma delle cose corporee; ed incontanente l’orecchie sono le seconde, che incominciano a porvi speranza, tosto che odono l’armonia, la quale subito passa piú entro. Imperoché l’udito è vie piú spirituale, di maniera che gli occhi e l’orecchie vengono a goder mirabilmente. A queste due parti la mente s’aggiunge, la quale incomincia meglio a por considerazione alle bellezze dell’anima; e, per fare un fermo vincolo, sí come gli occhi e l’orecchie si sono infiammati di cognizione, così, avendo l’uomo la mente unita con questi, incomincia a considerar l’anima; e, trovandosi in parte sodisfatto nel cominciare a desiderar con gli occhi, con l’orecchie e con la mente propria, forma altri occhi ed altre orecchie nella istessa mente.
Baffa. Come volete che in noi siano altri occhi ed altre orecchie che queste visibili?
Raverta. E perché no? Subito gli occhi e le orecchie divengono invisibili, e si fanno a guisa della mente, allontanandosi in tutto dal corpo, congiungendosi all’anima intellettuale; e cosí incominciano ad amar le bellezze dell’anima, e da quella vanno ascendendo con l’anima, la quale diventa spirituale, a quella degli angeli, come piú perfetta bellezza; tanto che con la mente, la quale è congiunta con l’anima spirituale ed in sè contiene vedere ed udire incomprensibile, considera e desidera di unirsi al datore di tutte queste bellezze.
Baffa. Volendo noi conoscere la perfetta beltá, mentre siamo in questo mondo, e di quella godere, quale abbiamo da tenere che sia?
Raverta. Quella che con gli occhi, con l’orecchie e con la mente si riceve.
Domenichi. Tutte le vere bellezze si godono in questo modo?
Raverta. Ben dite «le vere bellezze»; ma avertite che diversamente si gode, e bisogna aver la vera cognizione: perché l’uomo che non l’ha, vedendo un bel corpo fatto con quei lineamenti vaghi ed a proporzione, subito giudica quella cosa bellissima, nè piú oltre trascorrendo con l’intelletto, se l’anima