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per conseguenza piú nobile; e lo amante sia il paziente, e per conseguenza men nobile, ancorché il divin Platone par che dica il contrario.

Tullia. Io ho errato con la lingua, non con la mente, ché tengo anche io, come dissi poco fa, che lo amore nasca dal bello conosciuto e desiderato nell’anima ed intelletto di colui che lo conosce e disidera; ma questo non mi pare che abbia a fare cosa del mondo col dubbio nostro.

Varchi. Il suggetto di favellar di amore è tanto ampio ed i suoi misteri tanto profondi, che sovra ciascuna parola nascono infiniti dubbi, ciascuno de’ quali averebbe bisogno di infinito tempo e dottrina. Ed io mi accorgo che, a voler dichiarare pur il nostro solo, ci mancherá tempo. Perciò dico, brievemente ripigliando da capo, che «termine» e «fine» sono una cosa medesima, e che chi non ha «termine» non ha «fine»; e cosí, per lo contrario, chi non ha «fine» non ha «termine»; e che «amore» e «amare», in sustanza, essenzialmente, sono una cosa medesima, se bene l’uno, considerato come nome, che significa senza tempo, e l’altro come verbo, che significa con tempo, paiono diversi; e nel vero sono, ma sustanzialinente. Ed in questo modo si dice che «amore» cagiona «amare», onde «amare» viene ad essere effetto di «amore», non altramente che si dica che la visione cagiona il vedere; onde il vedere si chiama «effetto della visione», se bene «vedere» e «visione», realmente ed in effetto, sono una cosa medesima. E cosí pare a me che sia risoluto il dubbio vostro: che non si possa amare con termine; onde disidero che, mantenendomi la promessa, venghiate ad uscire di obligo, se giá non sete stanca, come io dubito.

Tullia. Stanco dovete esser voi, e presso ch’io non dissi anche «smemorato», ma voi vi ricordate pur della promessa...

Varchi. Che vorrá dir questo?

Tullia. Come «che vorrá dire»? Voi dite che avete risoluto il dubbio, e ci manca il piú e il meglio. Io sono contenta di concedervi tutto quello che avete detto fin qui, ma questo non vi serve a nulla infin che non avete provato che Amore non abbia fine; il che non so come vi possiate provare.