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si generarebbe. Imperoché, se Amore due separati corpi non congiungesse atti a generare loro simili, alcuno mai non nascerebbe. Benché mi potreste dire: — Se non si nascesse, non si morrebbe; dunque meglio è il non nascer mai. — Oh, buona ragione! Ma non sapete, poi, che ’l mondo verrebbe a fine? E però è necessario amore ed odio, cosí anco il nascere e ’l morire, si che, mancando l’uno o l’altro, peggio si starebbe. E, perché anco Edipo uccidesse il padre ed Oreste la madre, sarebbe meglio il non generar figliuoli? Certo, no. Non è cattivo il ferro né il fuoco, né meglio sarebbe se non vi fosse; nondimeno con l’uno s’ammazzano gli uomini, con l’altro s’ardono le cittá e le case; e questo perché s’adopra in male. Ma chi alle cose necessarie se ne serve, è buono, né senza si può fare, anzi è necessarissimo al viver nostro. Cosi è anco Amore; ché, quando è vero e dritto, Amore è buono e santo, né meglio si viverebbe senz’esso; quando tende all’inonestá, non è piú amor, ma rabbia. Che se con occhio sano riguarderemo, chi ne tiene uniti, altro che Amore? Chi ne rende pacifici se non Amore? Chi fa questa santa repubblica cosí eterna, altri che Amore? Che faccia poi avere men riverenza a Dio, l’amor vero non lo fa. E, benché l’innamorato poeta cosí dicesse allora, lo fece per argomentare con effetto di qualche importanza; ma poco dapoi riprovò quanto avea detto, dicendo:
Ancor (e questo è quel che tutto avanza) da volar sopra il del gli avea dato ali per le cose mortali,
che son scala al Fattor, chi ben l’estima; ché, mirando ei ben fiso quante e quali eran virtuti in quella sua speranza, d’una in altra sembianza potea levarsi a l’alta cagion prima;
onde dimostra che, contemplando queste bellezze mortali e terrene, si può con la mente giungere per mezzo d’Amore a quelle sempiterne e celesti. Perché, amando, ben si può amare Iddio, e da questa bellezza figurare l’immortale. Ma in quei versi, ch’avete detto di sopra, se medesimo accusa, dimostrando che