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dubbio ch’ancora non sia piú potente l’odio in sé ritenuto. Che molti amanti convertano il suo. amore in odio, infiniti essempi ci sono e si veggono. Che l’odio si converta in amore, raro si vede. E però, senza piú in ciò volgersi, chiaro è piú potente esser la passione odiosa che l’amorosa. E guardinsi le donne, le quali, per cavarne diletto, bene spesso fanno accoglienze e mostrano d’amar gli uomini, e, quando poi conoscono essere amate, non usano piú buone parole, ma chiaramente dimostrano il cattivo animo loro. Ché se quello amore si viene a convertire in odio, come è di necessitá che continuando faccia, guai a loro! perché non è il piú crudele odio di quello dell’amante, quando cessa d’amare ed incomincia odiare; conciosiaché si pente di quanto ha mai fatto per l’amato. E veramente, sia di qual sorte si voglia amore, se si cangia in odio, non credo che sia il piú pestifero veneno al mondo. Che fiere parole credete che fossero quelle, e piene d’odio senza piú scintilla d’amore, d’Agrippina, madre di Nerone? Alla quale, essendo stato predetto che, vivendo, il suo figliuolo aveva da regnare, ma che l’ucciderebbe, ella rispose: — Sia imperadore e amazzimi, — non credendo che ciò potesse esser vero. Ché, quando il caso avenne, porse al percussore il ventre, dicendo: — Questo si deve ferire, che ha portato e partorito un simil mostro. —

Domenichi. Vedete anco di che sorte è l’odio degli amanti, quando, per sdegni o per gelosia, lasciano d’amare. Specchiatevi nel certaldese, nella novella dello «scolare», dove si vede come madonna Elena ne fu trattata, quando egli, sdegnato forte verso di lei, il lungo e fervente amore portatole subitamente in crudo ed acerbo odio trasmutò. Considerate anco quell’altra di quei tre giovani ch’amavano quelle tre sorelle: di quanta forza fu lo sdegno e quanto potere ebbe l’odio della Ninetta contro Restagnone, amato prima assai piú che la propria vita, ch’ella istessa consenti e volle esserne micidiale.

Baffa. Non so che mi dire. Ben si vede la potenza della passion d’amore essere stata tale, che infiniti, non potendola sopportare, hanno rivolto le mani in se stessi, poco prezzando la vita; come, non ha molto, che mi raccontò messer