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perché ogni estremo è vizioso. E molte donne, per lo piú, s’appigliano agli estremi: o sono crudelissime o si mostrano pietosissime. Però, non inclinando piú all’una che all’altra parte, insino alla fine, che ricerca sempre la benignitá, essendo stabilmente fondato l’amore, quello vi guiderá a lodevole fine.

Baffa. Che ne dite voi?

Domenjchi. Dico che la donna sempre debbe essere pietosissima e non mai crudele.

Baffa. Ma chi credete poi che piú si persuada esser amato: l’uomo o la donna?

Domenichi. Senza dubbio, la donna.

Raverta. Ed io ho quasi il contrario, perché l’uomo, conoscendosi sempre piú eccellente, piú deve persuadersi a ragione d’essere amato.

Domenichi. E però, sendo piú perfetto, meno si stima, coneiosiaché il persuadersi non venga mai da buona parte. Ed il minor vizio ch’egli abbia in sé è la superbia e l’ambizione, dalle quali è sempre accompagnato. Però dal persuadersi troppo nasce che le donne sono per lo piú superbe ed ambiziose, e la maggior parte di loro sono monne Lisette, che, se non sempre, almeno le piú volte credono gli angioli essere delle loro bellezze innamorati. E tutto è colpa del loro poco cervello, come è opinione del mio carissimo Doni. Onde l’uomo, essendo sempre di miglior discorso, ognora si crede meno essere amato, perché quasi sempre e comunemente si chiama «amante», e la donna «amata». E l’amante, come agente della servitú, vien meno a riputarsi d’essere amato. Che possa poi l’uomo, benché meno si stimi, esser piú amato, di questo non si ragiona, perché nel vero amore l’uomo e la donna sono amanti ed amati egualmente. Ma ora si dice della persuasione, la quale ragionevolmente piú conviene alla donna, perché di rado amerebbe ed ama, se prima non pensa d’esser amata.

Baffa. Certo, voi dite il vero, imperoché di qui viene che per lo piú restiamo da voi ingannate, ché, come pure e semplici, sempre crediamo ai vostri finti sguardi ed alle false lagrime. Onde, essendo di natura pietose, persuadendoci d’essere