Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
Baffa. Poiché tanto lodate questa timiditá, vorrei che m’insegnaste a qual partito sia meglio scoprire l’amore all’amata, come sarebbe o da se stessi, o con lettere o con ambasciate, o a qualche miglior modo.
Domenichi. Vi dirò: da se stesso sará impossibile, se sará perfetto amore e non sfrenata libidine, perché abbiamo divisato esser necessaria la téma in uno amante, il quale, amando perfettamente, non averá mai ardire di palesare con la lingua l’ardente sua passione, si come abbiamo detto nel mostrare che piú ama il timido che l’ardito. Le messaggiere non lodo molto, conciosiaché non bisogna a pena fidarsi di loro stessi, non che arrischiare la sua vita alla fede d’altrui. Perché, vivendo l’amante nell’amato, sono una alma istessa ed una cosa medesima; e però dico «la sua vita all’arbitrio d’altrui». Ché per lo piú, per minor sospetto e per maggiore onestá, convengono esser femine di bassa condizione e di poca levatura; le quali o che piú diranno di quel che le commette l’amante, o meno; e che per lo piú rifaranno le risposte secondo il parlare dell’amata, non riguardando né considerando piú oltra.
Baffa. E per qual cagione non volete che, se sará eletta per messaggera una donna, che non abbia da riferire il vero e le formate parole?
Domenichi. Perché per lo piú, massimamente in quei primi movimenti, è differente l’animo dalle parole. Onde sempre l’amata, se non sará di picciola levatura e d’animo piú che immobile, stará ritrosetta, né al primo tratto consentirá alle parole che le sono dette, perché, se subito donasse speranza all’amante, 1* impresa parendogli con poca fatica acquistata, gli verrebbe ad esser men cara. Onde se l’amata le risponde una, due e tre volte: — Mi maraviglio del signor Ottaviano...
Raverta. Dite pur di voi, e lasciate star me.
Domenichi. ... che mi mandi a dire simili parole, perché egli non è per me, né io per lui; e poi l’animo mio non è da attendere a queste vanitá... — e tali altre risposte; ritornerá l’ambasciatrice e dirá: — Messer mio, figliuol mio, perché io v’amo e vi voglio bene, levatevi dall’impresa, tornatevi indietro, non