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Domenichi. Mai non viene a capo questa vostra esperienza; onde bisogna che l’uomo faccia pensiero di patir sempre, e mai non avere ora di bene.
Baffa. Lasciamola qui, e passiamo piú oltra, ch’assai n’abbiamo detto. Né tacciamo come molti fanno, ch’andati per vedere un bel palagio, entrati in qualche bella stanza, ivi si fermano tanto, senza passar piú inanzi, che gli altri luoghi vengono occupati, o alcuna cosa gli interrompe; di maniera ch’andati per veder molto, perduti in poco spazio di felicitá, si partono malcontenti e peggio sodisfatti. E però, prima che ne sovragiunga la sera o altro ci impedisca, voglio che trascorriamo per tutto, senza lasciare adietro alcuno albergo di questo palagio. Non mancherá mai, se n’avanzerá tempo, a ritornare a considerarlo e per quello meglio a discorrere, tanto piú che io vi veggio di non troppo buono animo verso le donne. Nelle quistioni ch’appartengono agli uomini ed alle donne non voglio piú le vostre dichiarazioni, perché con voi a me convien sempre perdere. E però voi sarete contento dirmi : se Amor può essere senza gelosia.
Raverta. Secondo gli amori, perché di molte sorti son le gelosie. Ma vi risponderò: che può essere senza. Ed ho per migliore amore quel che non è macchiato di tal pece. Perché, se lo amante vive nell’amato, che fa di mestiero la gelosia? La quale per lo piú nasce da viltá d’animo, ché gelosia non è altro che dubbio di conoscersi inferiore ad altri, e quello stimarsi da meno fa dubitare di essere cacciato; e la gelosia conviene che faccia il geloso poco credere alla cosa amata. È ben vero che tutti i gelosi amano, ma odiano anco insieme; ed essendo congiunta la gelosia con amore, vi dimora odio ancora. Perché, come vi ho detto, la gelosia convien che nasca dal dubbio della costanza e fede della sua donna o dell’uomo: peste veramente mortalissima, che bene spesso fa macchiare i ferri d’amoroso sangue. La quale quanto malvagia sia, specchiatevi in Procri, ch’a se medesima procacciò la morte, poiché vanamente di Cefalo diventò gelosa.
Baffa. Tutto questo è poco a proposito di quel ch’io vi domando, perché ciò che dite piú tosto appartiene a dimostrarmi